AGI - Il gabinetto di guerra israeliano si è riunito, a porte chiuse, per discutere i passi da seguire prima della prevista invasione terrestre di Rafah, nel Sud della Striscia di Gaza; e intanto l'esercito ha mobilitato decine di carri armati nella zona al confine con l'enclave palestinese. L'esercito israeliano ha concentrato una trentina di carri armati e veicoli blindati lungo il confine con il Sud di Gaza, alcuni trasportati oggi da camion; uno schieramento che sono forse i preparativi per la presa di Rafah.
Il premier Benjamin Netanyahu ha approvato i piani per l'operazione di terra, ha riferito l'emittente nazionale, la Israel Broadcasting Corporation, ma finora non ha dato all'esercito il via libera per muoversi. Secondo il media israeliano Wala, nella riunione di gabinetto si è discusso anche della questione dei 133 ostaggi rimasti nella Striscia e dell'evoluzione dei colloqui per un cessate il fuoco nell'enclave dopo oltre 200 giorni di offensiva.
Le autorità israeliane sostengono che in quella cittadina nel Sud dell'enclave, al confine con l'Egitto e dove si sono rifugiati 1,4 milioni di abitanti di Gaza, vi sono ancora quattro battaglioni di Hamas. Netanyahu ha ribadito fin dall'inizio della devastante guerra che l'invasione di Rafah è necessaria non solo per eliminare Hamas, ma per garantire che Gaza smetta di costituire una "minaccia" per Israele.
L'esercito degli Stati Uniti, nel frattempo, ha iniziato la costruzione del molo temporaneo e galleggiante per consegnare gli aiuti a Gaza. Lo ha reso noto il Pentagono. "Posso confermare che le navi militari statunitensi hanno iniziato a costruire le fasi iniziali del molo temporaneo e del passaggio rialzata in mare", ha spiegato ai giornalisti il portavoce del Pentagono, il maggiore generale Pat Ryder.
Hamas deporrà le armi per uno Stato palestinese indipendente
Khalil al-Hayya, uno dei massimi leader dell'ala politica di Hamas, ha detto che il gruppo islamista è pronto ad accettare una tregua con Israele di cinque anni o anche di più e che deporrà le armi se sarà creato uno Stato palestinese indipendente lungo i confini precedenti al 1967. In un'intervista con l'Associated Press a Istanbul, al-Hayya - che è considerato il vice di Yahya Sinwar, il capo di Hamas a Gaza, e che partecipa ai negoziati con Israele- ha detto che il gruppo terroristico palestinese sarebbe disposto a sciogliere le Brigate Ezzedine al-Qassam "se fosse istituito uno Stato palestinese pienamente sovrano in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza". Si tratta di un cambio di posizione rispetto alla carta fondativa di Hamas che vuole la distruzione di Israele e che afferma che il popolo palestinese deve godere dell'intera terra "che si estende dal fiume Giordano a Est fino al Mediterraneo a ovest", riecheggiando il famoso slogan anti-israeliano "dal fiume al mare, La Palestina sarà libera".
Al-Hayya non ha specificato se questa ipotetica adesione a una soluzione a due Stati equivarrebbe alla fine del conflitto palestinese con Israele o a un passo intermedio verso l'obiettivo dichiarato del gruppo terroristico di distruggere Israele. Al-Hayya -considerato uno degli attori chiave nei colloqui per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza- ha anche aggiunto il gruppo terroristico non si pente dell'attacco terroristico del 7 ottobre, nonostante la distruzione che ha causato a Gaza e alla sua popolazione.