AGI - In Israele, il capo dell'intelligence militare Aharon Haliva ha rassegnato le dimissioni, per gli errori e le omissioni dei servizi segreti nello sventare l'attacco di Hamas, il 7 ottobre dell'anno scorso. La notizia è stata anticipata dal quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth.
"Non abbiamo rispettato il nostro compito. Da allora mi porto dietro quel giorno nero, giorno e notte. Porterò per sempre con me il terribile dolore della guerra", ha scritto in una lettera al capo di Stato maggiore, chiedendo comunque l'istituzione di una commissione d'inchiesta.
Haliva si era già assunto la responsabilità degli errori commessi circa una settimana e mezza dopo lo scoppio della guerra. Nella lettera al tenente generale Herzi Halevi, Haliva non ha specificato in che cosa abbia sbagliato. Non è chiaro quando le dimissioni diverranno operative perché adesso Israele deve trovare un sostituto.
L'esercito ha fatto sapere che il generale Aharon Haliva "terminerà il suo mandato e si ritirerà dalle Forze di Difesa Israeliane, una volta nominato il suo successore".
Haliva diventa così il primo alto funzionario a dimettersi per gli errori che consentirono il sanguinoso attacco, errori che hanno anche portato a un'indagine interna da parte dell'esercito a fine di febbraio, i cui risultati dovrebbero essere presentati al capo di Stato maggiore, il tenente generale Herzi Halevi, all'inizio di giugno.
Già a ottobre, Haliva, che ha 38 anni di servizio nelle Forze di Difesa Israeliane, si era preso parte della colpa di quel che accadde: non solo non aver sventato l'attacco, ma anche la risposta lenta dei militari, che almeno all'inizio fecero pochissimo contro le migliaia di terroristi di Hamas, che quel giorno presero il controllo di una decina di comunità israeliane e occuparono armati il 3% del territorio. L'indagine interna sta proprio cercando di analizzare la risposta delle truppe, anche nel periodo precedente e successivo all'attacco, nonché il loro dispiegamento sul terreno e le procedure operative utilizzate per neutralizzare i miliziani. Secondo un sondaggio pubblicato oggi e condotto tra il 14 e il 17 aprile dall'Israel Democracy Institute, il 62% della popolazione israeliana - sia ebrei che arabi - ritiene che sia giunto il momento per i responsabili dei fallimenti del 7 ottobre, a più di sei mesi dal massacro, di dimettersi.