AGI - La guerra in Ucraina e l'aumento delle tensioni geopolitiche lo scorso anno hanno causato il maggiore aumento della spesa militare globale dal 2009: è il dato che emerge dall'analisi dell'Istituto internazionale di Stoccolma per la ricerca della Pace (lo Stockholm International Peace Research Institute, il Sipri). Gli investimenti in armi hanno raggiunto la cifra record di 2.290 miliardi di euro, il 6,8% in più in termini reali rispetto al 2022 e il 2,3% del Pil globale. Una spesa monopolizzata dagli Usa e dalla Nato.
Il dominio incontrastato è degli Stati Uniti con un investimento di 860 miliardi di euro, il 2,3% in più, e il 37% della spesa globale (tre volte superiore a quella della Cina, seconda della classifica), il 68% della spesa dei 31 Paesi membri della Nato.
Lo studio evidenzia anche l'aumento degli investimenti nella difesa dei Paesi europei della Nato, che ora rappresentano il 28% di quelli dell'intera Alleanza, il livello più alto in un decennio, con undici di loro al di sopra dell'impegno del 2% del Pil. Tra questi spicca la Polonia che, con un incremento annuo del 75%, fa registrare il più alto incremento annuo in Europa. Da notare che la spesa complessiva dei membri della Nato è ammontata a 1.260 miliardi di euro, il 55% del totale mondiale.
"Gli ultimi due anni di guerra in Ucraina hanno cambiato radicalmente le prospettive degli Stati europei sulla sicurezza. Questo cambiamento nella percezione della minaccia si riflette nella destinazione di quote crescenti del Pil alla spesa militare", scrive il Sipri. La Russia, terza nella classifica mondiale, ha stanziato una cifra stimata in 102 miliardi di euro, il 4,5% a livello globale e il 24% in più su base annua, ovvero il 5,9% del suo Pil. L'Ucraina, l'ottavo investitore mondiale nel settore delle armi, ha aumentato la sua spesa del 51% a oltre 60 miliardi di euro, un terzo del suo Pil. Con i quasi 32 miliardi di euro di aiuti militari ricevuti, l'Ucraina ha ridotto notevolmente il divario con la Russia e la spesa militare totale ucraina è stata pari al 91% di quella di Mosca.
Si sono registrati maggiori investimenti anche in Asia e Medio Oriente. La Cina ha speso quasi 278 miliardi di euro, il 6% in più e il 12% del totale, ovvero la metà degli investimenti nella regione Asia-Oceania, secondo il Sipri. Pertanto, il Giappone (decimo in classifica) ha aumentato le sue spese militari dell'11% e anche Taiwan dell'11%.
Il Medio Oriente ha registrato l'aumento maggiore in un decennio, pari al 9%, con l'Arabia Saudita (quinta) come leader regionale, seguita da Israele (15), che ha aumentato la propria spesa del 24% a causa della sua offensiva nella Striscia di Gaza dopo gli attentati di Hamas dello scorso ottobre.
"Il grande aumento della spesa militare in Medio Oriente nel 2023 riflette la situazione in rapido cambiamento nella regione, dal miglioramento delle relazioni diplomatiche tra Israele e diversi Paesi arabi negli ultimi anni allo scoppio di una grande guerra a Gaza e alla paura di un conflitto regionale", si legge ancora nel documento.
In America centrale e nei Caraibi, a far lievitare la spesa (+54% nel 2023) è stata la lotta alla criminalità organizzata. Il triste primato è del Brasile, diciottesimo Paese a livello mondiale, con una spesa di 21,5 miliardi di euro, il 3,1% in più.