AGI - Il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese , Abu Mazen, ha dichiarato che "rivedrà" i suoi rapporti bilaterali con gli Stati Uniti dopo il veto posto da Washington all'ingresso a pieno titolo della Palestina nelle Nazioni Unite" in modo da garantire la protezione degli interessi della nostra gente, della nostra causa e dei nostri diritti". Lo riferisce l'agenzia palestinese Wafa.
Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha da parte sua criticato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per aver incontrato a Istanbul il leader dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh. "L'alleanza dei Fratelli Musulmani: stupri, omicidi, dissacrazioni di corpi e bambini bruciati", ha scritto Katz in un post su X, postando una foto di Erdogan e Haniyeh che si stringono la mano. "Vergognati, Erdogan!", ha aggiunto.
L'incontro tra Erdogan e Haniyeh è durato oltre due ore e mezza. Al faccia a faccia, inizialmente previsto ad Ankara ma poi andato in scena a palazzo Dolmabahce di Istanbul, hanno preso parte anche l'ex numero uno di Hamas, Khaled Meshal, il capo dei servizi segreti turchi, Ibrahim Kalin, e il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan. I rappresentanti di Turchia e Hamas hanno parlato della situazione umanitaria a Gaza, delle difficoltà relative alla consegna alla popolazione civile degli aiuti umanitari, ma sopratutto della possibilità di giungere a un cessate il fuoco con Israele e delle crescenti tensioni tra lo Stato ebraico e l'Iran, uno dei principali alleati dell'organizzazione palestinese.
Il presidente turco ha definito "vitale" l'unità dei palestinesi contro Israele e ha ribadito che senza la soluzione dei due Stati la pace rimane "impossibile". "Stare uniti costituisce la risposta più forte a Israele. L'inizio di un percorso che porta fino alla vittoria sta nell'unità e nell'integrità del popolo. Israele pagherà per i crimini commessi", si legge in un comunicato della presidenza turca.
Uccisi undici palestinesi in Cisgiordania
Mentre nella striscia di Gaza il numero delle vittime del conflitto avrebbe superato quota 34 mila, la violenza continua a investire anche la Cisgiordania, dove dieci "militanti palestinesi", secondo Israele, sono stati uccisi in Cisgiordania durante un raid a Nur Shams, un campo profughi, dalle forze di sicurezza israeliane. "Le forze di sicurezza hanno eliminato 10 terroristi durante gli scontri", che sono durati oltre 40 ore, fa sapere l'esercito israeliano. Otto soldati e un agente di polizia sono rimasti feriti. Secondo le testimonianze dal campo profughi, si è verificata un'interruzione dell'energia elettrica e il cibo sta scarseggiando ma nessuno può uscire o entrare nel campo. Secondo le fonti ufficiali palestinesi, dall'inizio del conflitto lo scorso 7 ottobre circa 480 palestinesi sono stati uccisi dalle truppe o dai coloni israeliani in Cisgiordania.
Un palestinese di 50 anni, autista di ambulanza, è stato inoltre ucciso a colpi di arma da fuoco mentre evacuava dei feriti durante uno scontro tra palestinesi e coloni ad As-Sawiya, a sud di Nablus in Cisgiordania. Lo ha denunciato il ministero della Sanità di Ramallah.