AGI - Un recente indice mondiale della criminalità informatica mostra che la maggior parte delle minacce informatiche da parte dei criminali si concentra maggiormente in alcuni Paesi, con tipi di criminalità informatica distinti. La mappatura territoriale della criminalità informatica è stata delineata da Miranda Bruce, dell’University of Oxford e dell’University of New South Wales, da Jonathan Lusthaus, dell’University of Oxford, da Ridhi Kashyap, dell’University of Oxford, da Nigel Phair, della Monash University, e da Federico Varese, di Sciences Po, in uno studio pubblicato sulla rivista ad accesso libero PLOS ONE. Secondo le stime, in tutto il mondo i crimini informatici costano da centinaia di milioni a forse trilioni. Tuttavia, individuare i luoghi in cui gli autori dei reati tendono a operare pone delle difficoltà: questi, infatti, spesso utilizzano strategie per mascherare la loro posizione e i documenti legali riportano un numero limitato di casi che potrebbero non essere rappresentativi a livello globale.
Per fare maggiore chiarezza, gli scienziati hanno intervistato i maggiori esperti di criminalità informatica sulla distribuzione geografica delle minacce informatiche e hanno sviluppato e perfezionato il sondaggio attraverso focus group, o gruppi di discussione, di esperti e sondaggi pilota, prima di distribuirlo ampiamente nel 2021. Un totale di 92 esperti di criminalità informatica di tutto il mondo ha completato il sondaggio, nel quale sono stati indicati i paesi che ritenevano essere i maggiori hub per cinque categorie di criminalità informatica: prodotti o servizi tecnici, attacchi ed estorsioni, furti di dati o di identità, truffe e operazioni di incasso o riciclaggio di denaro. I ricercatori hanno utilizzato i risultati dell’indagine per costruire il nuovo Indice mondiale della criminalità informatica, che consente un confronto tra i paesi.
Cosa dicono i dati
Il risultato suggerisce che le minacce della criminalità informatica si concentrano principalmente in un piccolo numero di paesi, con Cina, Russia, Ucraina, Stati Uniti, Romania e Nigeria che si posizionano tra i primi dieci, per ciascuna delle cinque categorie. Tuttavia, 97 paesi sono stati indicati da almeno un esperto come fulcro di una particolare categoria. A zone territoriali diverse corrispondevano categorie di reati informatici differenti. Ad esempio, i crimini informatici legati a prodotti o servizi tecnici sono stati la categoria principale in Cina, il furto di dati o di identità negli Stati Uniti e gli attacchi e le estorsioni in Iran.
L’Indice mondiale della criminalità informatica potrebbe essere d’aiuto per le future ricerche sulla criminalità informatica e potrebbe contribuire a indirizzare gli sforzi di prevenzione su misura per specifici hub. Tuttavia, gli autori rilevano anche la necessità di affrontare i limiti del loro studio, ad esempio includendo un gruppo di esperti più ampio e più rappresentativo a livello globale, riducendo le variazioni nelle interpretazioni dei partecipanti alle domande del sondaggio e affrontando i confini talvolta sfumati tra la criminalità informatica a scopo di lucro e le azioni protette dallo Stato. “La criminalità informatica a scopo di lucro, spesso vista come un tipo di criminalità organizzata fluida e globale, ha in realtà una forte dimensione locale”, hanno dichiarato i ricercatori. “Il World Cybercrime Index mostra che 97 Paesi sono importanti centri di criminalità informatica, ma la maggior parte di questa viene prodotta in soli sei di essi”, hanno concluso gli autori.