AGI - Il Tribunale dell'Ue ha annullato le sanzioni a Petr Aven, con cittadinanza russa e lettone, e Mikhail Fridman, con cittadinanza russa e israeliana, due importanti soci dell'Alfa Group, un conglomerato comprendente la Alfa Bank, una delle principali banche russe. La decisione è stata bollata come "dannosa" da Yulia Navalnaya, vedova dell'oppositore russo Alexei Navalny.
I due imprenditori erano stati inseriti nella blacklist Ue dal Consiglio perché ritenuti associati ad altre figure colpite da misure restrittive, nonché allo stesso Vladimir Putin. Secondo il Consiglio, essi hanno fornito sostegno materiale o finanziario ai decisori russi, e hanno sostenuto azioni e politiche che compromettono o minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina. Aven e Fridman ritengono invece che gli elementi di prova forniti dal Consiglio non siano attendibili ne credibili, e che le valutazioni di quest'ultimo siano erronee.
Il Tribunale ha accolto i loro ricorsi e ha annullato sia gli atti iniziali sia gli atti di mantenimento negli elenchi di persone colpite da misure restrittive per il periodo compreso tra il 28 febbraio 2022 e il 15 marzo 2023. Il Tribunale ritiene che nessun argomento della motivazione contenuta negli atti iniziali sia sufficientemente suffragato e che l'inserimento di Aven e Fridman negli elenchi controversi non fosse quindi giustificato. Per quanto riguarda gli atti di mantenimento, il Tribunale dichiara che il Consiglio non ha fornito alcun elemento di prova ulteriore rispetto a quelli sui quali si era fondato nell'ambito degli atti iniziali.
La reazione di Navalnaya
"Vorrei chiedere ai politici europei cosa è cambiato da quando hanno imposto sanzioni agli oligarchi russi", ha scritto Yulia Navalnaya su X. "Nè Friedman nè Aven hanno rilasciato dichiarazioni contro la guerra, nè hanno tentato di porvi fine", sottolinea Navalnaya, la quale sta portando avanti l'eredità politica del marito, "hanno semplicemente assunto avvocati molto costosi e trovato buoni lobbisti".
"I russi contrari alla guerra in Europa devono affrontare molti problemi, ma per gli oligarchi russi tutto è facilmente risolvibile con il denaro", denuncia la donna. "Questo è il terzo anno di guerra. Durante questo periodo non è emerso alcun meccanismo specifico per imporre sanzioni o per uscirne", ricorda Navalnaya che conclude con un monito: "La decisione di revocare le sanzioni contro Fridman e Aven è dannosa. Ciò non farà altro che indebolire il movimento contro la guerra e aiutare Putin a restare al potere più a lungo".
Per il Cremlino le sanzioni erano "illegittime"
Durante la conferenza stampa quotidiana, i giornalisti hanno chiesto al portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, se la sentenza sia stata uno sviluppo positivo e un'indicazione di buon senso, o sia motivata politicamente e una risposta alla posizione degli uomini d'affari. "Credo che non sia nessuno dei due. Assolutamente ogni caso è individuale e deve essere considerato separatamente. Naturalmente, i rappresentanti delle grandi aziende possono contestare le sanzioni contro di loro nei tribunali e stanno sfruttando queste opportunità", ha detto Peskov.
"In ogni caso, riteniamo che queste sanzioni siano illegittime, ingiuste, distruttive e forse, in qualche modo, anche vergognose per gli organismi che le hanno approvate", ha affermato.