AGI - La fiducia delle grandi imprese industriali giapponesi è scesa per la prima volta in un anno, secondo il barometro trimestrale Tankan, mentre quella del settore dei servizi e' stata rafforzata dall'afflusso di turisti stranieri. L'indice si è attestato a +11 per le grandi imprese manifatturiere (rispetto al +13 del precedente Tankan pubblicato a metà dicembre), in calo per la prima volta dall'aprile 2023. Il consensus degli economisti aveva previsto +10 punti. Il morale dei principali gruppi industriali "si è deteriorato dopo che Toyota ha annunciato, a fine dicembre, la sospensione della produzione di veicoli da parte della sua controllata Daihatsu" a seguito di un vasto scandalo di test di sicurezza truccati, ha commentato Jeemin Bang in una nota di Moody's Analytics.
La situazione attuale rifletterebbe l'incertezza causata dalla debolezza dello yen, oltre alle recenti decisioni della BoJ di alzare i tassi di interesse a breve termine allo 0,1%. Secondo le previsioni della BoJ, la fiducia delle grandi imprese manifatturiere dovrebbe peggiorare di un punto nel trimestre appena iniziato, mentre quella delle imprese non manifatturiere diminuirà di sette punti. E non va dimenticato il potente terremoto di magnitudo 7,5 che ha scosso il Giappone centrale il 1 gennaio: il sisma ha ucciso 244 persone e causato ingenti danni materiali, a partire dall'interruzione della "produzione dei produttori di elettronica della regione". D'altra parte, la fiducia delle grandi imprese di servizi è migliorata a +34 (dal precedente +32), il livello più alto dal 1991, mentre il numero di visitatori stranieri ha superato i livelli pre-Covid, aiutato dal calo dello yen, che rende i prezzi giapponesi particolarmente attraenti.
Sul mercato valutario si stanno verificando alcune mosse speculative che sarebbero responsabili del forte ribasso dello yen, assieme ad altri fattori. Lo ha detto il Ministro delle Finanze giapponese Shunichi Suzuki. "Osserveremo gli sviluppi del mercato valutario con un forte senso di urgenza e reagiremo in modo appropriato contro i movimenti eccessivi, senza escludere alcuna opzione", ha dichiarato Suzuki al Parlamento. Tra gli altri fattori responsabili delle oscillazioni valutarie, Suzuki ha citato la decisione della Banca del Giappone di porre fine ai tassi di interesse negativi, il saldo delle partite correnti del Giappone, le oscillazioni dei prezzi, i rischi geopolitici, nonchè il sentimento degli operatori di mercato e le operazioni speculative.
"Per quanto riguarda i recenti ribassi dello yen, riteniamo che vi siano alcune mosse speculative che non riflettono i fondamentali, se si tiene conto dell'andamento dell'economia interna ed estera e dei prezzi", ha dichiarato. Lo yen è in discesa nonostante la decisione della BOJ del 19 marzo di porre fine a otto anni di tassi d'interesse negativi, e la scorsa settimana ha toccato un minimo di 34 anni contro il dollaro a 151,975.
Stamane il cambio si attestava a 151,315 per dollaro. Secondo gli analisti, con i tassi ancora vicino allo zero, le aspettative che il divario tra i tassi di interesse statunitensi e giapponesi rimanga ampio stanno dando ai trader una scusa per continuare a vendere lo yen, dicono gli analisti. "E' importante che i tassi di cambio - ha aggiunto Suzuki - si muovano in modo stabile, riflettendo i fondamentali. Un eccesso di volatilità non è auspicabile".