AGI - La resa immediata e incondizionata dell'Ucraina è una delle condizioni poste da Dmitri Medvedev per arrivare alla fine del conflitto. In un messaggio su Telegram il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo detta sette punti sulla base dei quali si può avviare un negoziato che non abbia nulla a che vedere con quella che definisce "formula di pace dei nazisti di Kiev". "Tutti capiscono perfettamente, compresi i bugiardi occidentali, che la pace può essere raggiunta sia con la volontà reciproca delle parti sulla base di un ragionevole compromesso, sia attraverso la resa di una delle parti in conflitto" scrive Medvedev, che poi illustra la "formula russa, abbastanza realistica e umana per tutti".
Il primo punto è il "riconoscimento da parte dell'Ucraina della sconfitta nella componente militare del conflitto" con una "resa completa e incondizionata", seguita dalla smilitarizzazione del Paese e dal divieto di creare in futuro forze paramilitari nei suoi territori. Poi viene chiesto alla comunità internazionale di "riconoscere il carattere nazista" di Kiev per poi passare alla "denazificazione forzata di tutti gli organi governativi sotto il controllo delle Nazioni Unite".
Nelle intenzioni del piano proposto da Medvedev, l'Ucraina dovrebbe perdere lo status di "personalità giuridica internazionale" e dovrebbe esserle di conseguenza impedito di "aderire ad alleanze militari senza il consenso della Russia". Sono poi previste le "dimissioni di tutte le autorità costituzionali" seguite dalle elezioni per il parlamento provvisorio per quello che sarebbe ridotto al rango di "territorio autonomo" che dovrebbe adottare "leggi sul pagamento di tutti i risarcimenti richiesti alla Russia". L'Ucraina entrerebbe poi a far parte della Federazione russa e a quel punto il parlamento provvisorio potrebbe sciogliersi e l'Onu dovrebbe riconoscere l'atto di riunificazione. Un piano, quello illustrato su Telegram, che Medvedev definisce "la formula russa morbida per la pace", base dalla quale partire per "cercare un consenso benevolo con la comunita' internazionale, compreso il mondo anglosassone".