Perché le primarie in Georgia sono un test Trump - Biden

Massimo Basile
Afp - Primarie ad Atlanta
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Georgia in my mind 

"Georgia in my mind" non “è solo una vecchia dolce canzone”, per citare proprio Ray Charles. La strada delle presidenziali americane ci porta in questo Stato del Sud che già oggi potrebbe assegnare la nomination dei rispettivi partiti a Joe Biden e Donald Trump. La Georgia non è l’unico Stato in cui si vota alle primarie odierne (dove i due contendenti corrono senza rivali), ma è quello che assegna più delegati.

Perché "Georgia in my mind" ? Perchè la Georgia è sicuramente “nei pensieri” di The Donald, rinviato a giudizio in Georgia per interferenze nelle presidenziali del 2020. È sicuramente anche “nei pensieri” di Biden che sempre nel 2020 strappò la Georgia ai repubblicani come non avveniva dai tempi di Bill Clinton, per un soffio. 


"Georgia in my mind" non “è solo una vecchia dolce canzone”. È stato un manifesto politico di pacificazione nel 1960, quando venne portata al successo dal padre della musica soul. Era l’anno in cui i democratici incoronarono John Kennedy per la corsa alla Casa Bianca e lui lanciò la “Nuova Frontiera dell’America”. Parole che risuonano molto attuali: “Non è una frontiera che assicuri promesse ma soltanto sfide, ricca di sconosciute occasioni, ma anche di pericoli, di incompiute speranze e di minacce. Delle sfide che l’America si trova a fronteggiare parliamo con il nostro ospite di oggi, uno dei volti più noti del giornalismo Rai, Antonio Di Bella, che ha appena pubblicato il suo ultimo libro, edito da Solferino: “L’America al bivio”.

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