AGI - Sono cominciate da poche ore le primarie presidenziali in Georgia, uno degli stati chiave nel 2020. Nonostante Joe Biden e Donald Trump non abbiano più rivali, proprio il ricordo di quattro anni fa, quando Biden vinse per soli 11.779 voti, indica come sulla Georgia si concentrino le attenzioni dei due candidati. Anche Mississippi e Washington avranno oggi le loro primarie, mentre nelle Hawaii ci saranno i caucus - le assemblee limitate agli iscritti - Repubblicani. Anche i Democratici che vivono all'esterno e nel territorio delle Isole Marianne Settentrionali, nel Pacifico, saranno chiamati oggi a scegliere il loro candidato alle presidenzialil di novembre. Ma l'attenzione è tutta sulla Georgia.
Biden e Trump hanno fatto comizi nello Stato del sud nell'ultimo weekend, usando toni molto duri: il presidente ha accusato il suo avversario di "voler conquistare il consenso degli aspiranti dittatori di tutto il mondo", mentre il tycoon ha contestato al suo avversario l'aver chiesto scusa all'immigrato venezuelano accusato di aver rapito, violentato e ucciso una studentessa di 22 anni.
Biden, pressato da alcuni Democratici, si era scusato per averlo definito "illegale" invece che "senza documenti". All'incognita sul voto di novembre si aggiunge quella demografica: rispetto a quattro anni fa ci saranno 375 mila residenti in più, potenzialmente elettori. Nello Stato del sud sono registrati quasi otto milioni di americani, cioè il 10 per cento in più di quanto fossero a ottobre nel 2020. È un numero molto alto, anche se nei prossimi mesi è possibile che l'elenco venga ridotto a causa delle doppie registrazioni o perché chi si è iscritto nelle liste elettorali nel frattempo si è trasferito in un altro Stato o è morto. La campagna di Biden punterà a mobilitare nei prossimi mesi le organizzazioni di afroamericani che gravitano attorno alle parrocchie, con l'obiettivo di andare a motivare gli elettori neri porta a porta. Questo è anche lo Stato dove si dovrà celebrare il processo a Trump, incriminato per il suo tentativo di sovvertire il risultato elettorale del 2020, quando chiese alla segreteria di stato della Georgia di "trovare" 11.800, quelli sufficienti a togliere la vittoria a Biden.
Le primarie di oggi segneranno una tappa di avvicinamento per la nomination dei due sfidanti, a cui manca solo la consacrazione dei numeri dei delegati che alle convention di partito in estate - a luglio quella dei Repubblicani, ad agosto quella dei Democratici - eleggeranno il candidato ufficiale. Biden ha conquistato finora 1.623 delegati, a cui l'Associated Press aggiunge i superdelegati, portando il totale a 1.866. Per ottenere la maggioranza bisogna arrivare a 1.968, sui 3.934 delegati. Alle primarie di oggi sono in gioco 254 delegati. A meno di sorprese, Biden raggiungerà la soglia magica entro una settimana. Trump è sulla stessa strada: ha conquistato 1.075 delegati, deve arrivare a 1.125 e le primarie repubblicane di oggi mettono in gioco 161 delegati. Il tycoon puo' conquistarne almeno 140, impresa adesso più facile dopo il ritiro dell'unica sfidante rimasta: l'ex ambasciatrice Usa all'Onu Nikki Haley.