AGI - Le autorità iraniane stanno sottoponendo le donne a una sorveglianza sempre piu' stretta per far rispettare l'obbligo del velo, anche all'interno delle auto, e impongono punizioni tra cui la confisca dei veicoli. Lo denuncia Amnesty International in un rapporto diffuso in vista dell'8 marzo. Il governo della repubblica islamica è stato scosso nel 2022 dalle proteste di massa seguite alla morte della giovane Mahsa Amini, arrestata per avere indossato il velo in modo non regolare.
Nonostante le rivolte durate mesi, Teheran non ha mai preso in considerazione l'abbandono dell'hijab obbligatorio imposto dopo la rivoluzione islamica del 1979. Il nuovo rapporto di Amnesty è basato sulle testimonianze di oltre 40 donne in Iran e viene pubblicato prima della Giornata internazionale della donna l'8 marzo. Risulta che le donne sono state prese di mira con una "sorveglianza diffusa" negli spazi pubblici e "controlli di polizia di massa" contro quelle che guidano.
Le immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza o i rapporti degli agenti in borghese che utilizzano l'app della polizia Nazer identificano le targhe dei veicoli con autisti o passeggeri donne accusate di non rispettare le regole.
Le donne accusate di aver violato le norme ricevono poi una convocazione dalla polizia alla quale devono consegnare l'auto: sono così stati sequestrati centinaia di migliaia di veicoli, che vengono rilasciati in alcuni casi dopo 15-30 giorni una volta pagate le sanzioni, considerate "arbitrarie" da Amnesty, e ottenuti impegni scritti sul rispetto dell'obbligo del velo. Secondo la vicedirettrice per Medio Oriente e Nord Africa Diana Eltahawy, si tratta di "un sinistro tentativo di indebolire la resistenza al velo obbligatorio" attraverso un'attività che mira a "terrorizzare donne e ragazze sottoponendole a costante sorveglianza e attività di polizia".
L'accesso ai trasporti, agli aeroporti e ai servizi bancari viene regolarmente negato e subordinato all'uso del velo da parte delle donne, ha affermato ancora. Altrimenti, si rischia il processo e nello scorso mese di gennaio è stata eseguita una condanna alla fustigazione di 74 frustate contro una giovane donna, Roya Heshmati, per essere apparsa senza velo in pubblico. Nel settembre scorso, il parlamento iraniano ha approvato il "disegno di legge a sostegno della cultura della castità e dell'hijab" che aumenta le punizioni per chi viola tale regola; la legge deve essere approvata anche dall'organismo di supervisione del Consiglio dei Guardiani della Rivoluzione.