AGI - A meno di una settimana dall'inizio del Ramadan è stallo nei negoziati per il rilascio degli ostaggi e un cessate il fuoco nella guerra Israele-Hamas. Due giorni di colloqui tra Hamas e i mediatori internazionali al Cairo, ma senza Israele che ha rifiutato di inviare una sua delegazione all'ultimo round negoziale, si sono interrotti senza alcun risultato significativo, hanno detto funzionari palestinesi. "Netanyahu non vuole raggiungere un accordo", "la palla ora è nel campo degli americani" per spingere il primo ministro israeliano a tornare al tavolo, ha detto Basem Naia, capo dell'ala politica di Hamas a Gaza. Gli Stati Uniti, che oggi hanno inviato altri aiuti umanitari via aereo sulla Striscia, spingono per un cessate il fuoco di fronte alla catastrofe umanitaria. La vicepresidente americana Kamala Harris ha invitato Hamas "ad accettare le condizioni sul tavolo per il rilascio degli ostaggi, che si tradurrebbe in un cessate il fuoco immediato di sei settimane e consentirebbe un aumento degli aiuti umanitari". Ma Hamas esige un cessate il fuoco definitivo prima di qualsiasi accordo. "Non ci saranno discussioni con il nemico su un'operazione di scambio di prigionieri fino a quando non ci sarà un cessate il fuoco, un ritiro dell'esercito di occupazione israeliano, la ricostruzione e il ritorno degli sfollati alle loro case", ha dichiarato il dirigente di Hamas Mahmoud Mardawi all'AFP.
Israele rifiuta le condizioni poste dal gruppo islamista e ribadisce di voler continuare l'offensiva fino all'eliminazione definitiva del movimento. Secondo fonti vicine ai colloqui, negli ultimi due giorni i mediatori di Egitto e Qatar avrebbero esercitato pressioni su Hamas affinché inviasse un elenco di ostaggi da rilasciare, come primo passo verso un accordo di cessate il fuoco graduale con Israele. Ma l'organizzazione islamista ha rifiutato di fornire l'elenco e il governo di Benjamin Netanyahu ha deciso di non inviare la sua delegazione al secondo giorno di colloqui al Cairo, chiedendo ad Hamas di presentare una lista di 40 persone, tra anziani, malati e donne che sarebbero stati i primi a essere rilasciati come parte di una tregua di sei settimane che sarebbe dovuta iniziare con l'inizio del mese di Ramadan.
Fonti diplomatiche di Washington hanno detto al Guardian che non è chiaro cosa impedisca al gruppo palestinese di produrre l'elenco di ostaggi, ma che la scelta potrebbe essere legata a problemi di comunicazione tra le diverse unità di Hamas dentro e fuori Gaza. Inoltre, è possibile che alcuni ostaggi potrebbero essere tenuti da altri gruppi, inclusa la più intransigente Jihad islamica palestinese, o che elementi di Hamas stiano nascondendo le informazioni per ostacolare un accordo.