AGI - Hamas non accetterà un accordo sul rilascio degli ostaggi israeliani senza il consenso di Israele alla fine della guerra a Gaza. Lo ha detto una fonte del movimento palestinese citata dalla CNN. Ci sarebbero due altri ostacoli al raggiungimento di un accordo: le richieste del ritiro delle truppe israeliane da Gaza e del ritorno dei civili nel nord della Striscia. Inoltre, Hamas chiede che gli aiuti arrivino in tutta la Striscia prima di poter accettare un accordo.
Le forze israeliane, intanto, hanno bombardato nella tarda serata il campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale della Striscia di Gaza. Secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa il bilancio sarebbe di 12 morti, tutte persone che si trovavano in un'unica abitazione.
Nel mirino dei raid israeliani anche le aree di Sheikh Zayed e Tal Al-Zaatar, nel nord della regione.
Kamala Harris: " Ci deve essere un cessate il fuoco immediato per almeno 6 settimane"
"Ci deve essere un cessate il fuoco immediato per almeno sei settimane, questo è l'accordo sul tavolo". Questa la posizione della vicepresidente americana Kamala Harris, che ha messo l'accento sulla "immensa portata della sofferenza a Gaza", "ciò a cui assistiamo ogni giorno nella Striscia è devastante".
Un cessate il fuoco immediato "permetterà di liberare gli ostaggi e di far arrivare una quantità significativa di aiuti", ha aggiunto Harris, sottolineando che "consentirebbe di costruire qualcosa di più duraturo per garantire la sicurezza di Israele e rispettare il diritto del popolo palestinese alla dignità, alla libertà e all'autodeterminazione".
Nella più dura presa di posizione dell'Amministrazione Biden rispetto a Israele dall'inizio dell'offensiva a Gaza, la Harris ha sottolineato "le dimensioni immani delle sofferenze" nella Striscia dove la gente "sta morendo di fame". Parlando a Selma, in Alabama, a una commemorazione delle marce del 1965 per i diritti civili degli afroamericani, la vicepresidente ha avvertito che "il governo israeliano deve fare di più per aumentare significativamente il flusso degli aiuti, non ci sono scuse", e ha aggiunto che lo Stato ebraico "deve aprire nuovi valichi di frontiera ed evitare di imporre inutili restrizioni alla consegna degli aiuti".
La numero due di Biden oggi vedrà a Washington il ministro della Difesa, Benny Gantz, ex rivale di Netanyahu alle elezioni e considerato un interlocutore piu' moderato rispetto al premier. Gantz vedra' anche il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, e il segretario di Stato Usa, Antony Blinken.
Le critiche di Hamas
Hamas ha criticato il lancio di aiuti su Gaza da parte degli Stati Uniti, affermando che è una copertura per continuare a sostenere l'offensiva israeliana nella Striscia. La diminuzione nella fornitura di aiuti costringe la popolazione a correre alla loro ricerca, esacerbando il caos, ha commentato il Movimento islamico: "Gli aiuti sono ingiusti poiché alcune persone riescono a prenderli mentre altri non ottengono nulla". Inoltre, il lancio dei carichi dal cielo limita la quantità di aiuti, senza contare che solo parte dei pacchi raggiunge la sua destinazione o vengono danneggiati durante la caduta.
Le dimissioni del portavoce e di 4 membri dell'IDF
Il portavoce dell'Idf, l'esercito israeliano, e almeno altri quattro alti responsabili dei rapporti con i media si sono dimessi "per motivi personali e professionali": lo riferisce l'emittente israeliana Channel 14 che spiega come si tratti di una mossa sorprendente considerando che arriva in una fase delicatissima dell'offensiva militare nella Striscia di Gaza. Lascerebbe quindi l'incarico il popolarissimo Daniel Hagari, la 'voce' dei militari dall'inizio dell'offensiva nella Striscia di Gaza, a ottobre. Il 47enne brigadiere generale tra il 2012 e il 2014 era stato direttore dell'ufficio dell'allora capo di stato maggiore Benny Gantz, oggi ministro e nel gabinetto di guerra, ma rivale politico del premier, Bibi Netanyahu. Si sarebbero dimessi anche il tenente colonnello Richard Hecht, portavoce per i media stranieri, e gli ufficiali Merav Granot e Tzupia Moshkovich.