AGI - Sono almeno 92 i morti nella Striscia di Gaza, nelle ultime 24 ore; e tra questi 5 bambini deceduti per fame e disidratazione: è il nuovo bilancio fornito dal ministero della Sanità dell'enclave, che è gestito da Hamas. Da martedì sono 15, secondo il movimento islamista, i bambini morti per malnutrizione nel Nord della Striscia, mentre il totale dei decessi, dall'inizio della guerra, è giunto a 30.320 unità.
Intanto emergono nuovi particolari sulla strage avvenuta al convoglio di aiuti a Gaza, nella notte tra mercoledì e giovedì. Molte delle persone ricoverate hanno subito ferite da arma da fuoco: lo ha riferito l'Onu. Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha reso noto che un team delle Nazioni Unite ha visitato venerdì mattina l'ospedale al-Shifa e ha visto "un gran numero di feriti da arma da fuoco" tra i sopravvissuti. Quanto alle salme dei deceduti, Dujarric non ha saputo dire se i suoi collaboratori abbiano esaminato anche le salme all'obitorio. Mohamed Salha, direttore ad interim dell'ospedale di al-Awda, aveva riferito in precedenza alla Bbc che il suo nosocomio aveva ricevuto 176 feriti, di cui 142 da proiettile; e che i restanti, erano stati ricoverati per fratture agli arti riportate nella calca precipitosa che è seguita agli spari delle truppe israeliane.
A Gerusalemme invece è atteso in giornata l'arrivo del corteo di attivisti e familiari degli ostaggi partiti quattro giorni fa dal kibbutz Rèim per sollecitare un accordo che riporti a casa i sequestrati, nelle mani di Hamas dall'attacco del 7 ottobre. Alla marcia si sono uniti anche ex ostaggi liberati come Louis Har, salvato in un'operazione delle forze armate israeliane a Gaza il mese scorso insieme a Fernando Merman. Una decisione presa "perché condividiamo l'obiettivo in modo che tutti tornino presto da noi", ha spiegato in un video Har insieme alla compagna Clara Merman.
I negoziati per la tregua riprendono al Cairo
I negoziati per concordare una tregua nella Striscia di Gaza tra Israele e Hamas riprenderanno domani, domenica, al Cairo con la partecipazione "di tutte le parti": lo ha riferito la televisione egiziana Al Qahera, molto vicina al governo, una fonte di alto livello dell'intelligence egiziana, aggiungendo che l'Egitto sta facendo grandi sforzi per concordare una cessazione delle ostilità prima dell'inizio del mese sacro musulmano del Ramadan, che comincerà tra il 10 e l'11 marzo, secondo il calendario lunare. "Ci sono notevoli progressi nei negoziati sulla tregua e ci impegneremo per raggiungere un accordo giusto", ha detto la fonte ad Al Qahera News, senza fornire ulteriori dettagli.
Una fonte della sicurezza ha assicurato all'agenzia Efe, rimasta anonima, che una delegazione di Israele e un'altra di Hamas atterreranno domani nella capitale egiziana per partecipare agli incontri. La ripresa dei colloqui arriva dopo un'intensa settimana di contatti che ha portato i mediatori a incontrarsi a Parigi e Doha per stabilire una bozza di accordo che consentirebbe una tregua di circa sei settimane e uno scambio di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane con ostaggi nelle mani di Hamas.
Proprio ieri, il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shukri, ha affermato in un forum dalla Turchia che l'inizio del Ramadan è il "tempo limite" per concordare la cessazione delle ostilità, poiché se la guerra continua durante il mese sacro del digiuno musulmano, avrà "conseguenze molto terribili".
Hamas insiste affinché una tregua temporanea sia accompagnata da un accordo per la cessazione delle ostilità in una seconda fase, alla quale si oppone Israele, il cui governo è deciso a proseguire l'offensiva di terra a Rafah, la cittadina all'estremità meridionale della Striscia e al confine con l'Egitto dove sono ammassati più di 1,4 milioni di sfollati palestinesi.