Aperto a Kiev il processo di beatificazione per Husar

Eliana Ruggiero
Afp - Ljubomyr Husar
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STR / NurPhoto / NurPhoto via AFP - Credenti greco-cattolici assistono alla cerimonia funebre del cardinale ucraino Lubomyr Husar, ex capo della Chiesa greco-cattolica ucraina

Nel 1985, dopo la morte dell'eroico cardinale Josyf Slipyj, anch'egli in esilio a Roma nella cattedrale di Santa Sofia degli ucraini dopo quasi vent'anni di lager staliniano, Husar divenne "Protosincello", vicario generale dell'arcivescovo maggiore Myroslav Lubachivsky, che rientrò in Ucraina il 30 marzo 1991 prendendo possesso della sede di Leopoli nel 1991. A lui poi Husar succedette dieci anni dopo, il 25 gennaio 2001. Dopo un altro decennio fu sostituito da Shevchuk, che ha trasferito la sede principale dei greco-cattolici nella capitale Kiev. L'arcivescovo-patriarca Husar ha retto la Chiesa in Ucraina in una delle fasi più delicate, l'inizio degli anni Duemila, quando le sorti del Paese sono rimaste in bilico tra spinte contrastanti della politica e della vita ecclesiastica di cattolici e ortodossi. Tutti lo ricordano come un uomo di profonda saggezza e capacità di dialogo.
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