AGI - Israele ha accettato di andare avanti con le trattative per la tregua dopo 141 giorni di guerra con Hamas: per questo, ha deciso di inviare una delegazione a Doha. Il Qatar è uno dei protagonisti della mediazione fra le parti ed è qui che il negoziato dovrebbe proseguire dopo i primi segni positivi ottenuti a Parigi.
Secondo le indiscrezioni filtrate ieri dalla capitale francese, l'ipotesi su cui si sarebbero accordati i negoziatori di Usa, Egitto, Qatar e Israele prevede un cessate il fuoco di 6 settimane e il rilascio di una quarantina di ostaggi israeliani in cambio di alcune centinaia di detenuti palestinesi. Si tratterebbe di un compromesso fra le posizioni di Israele, che chiede la liberazione di tutti gli ostaggi ancora prigionieri, circa un centinaio, ma senza che questo significhi la fine della guerra, e quelle di Hamas, che chiede l'uscita delle truppe israeliane da Gaza e il cessate il fuoco permanente. Intanto, cresce l'allarme per la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza: la stampa locale riporta di gravissimi problemi sanitari, soprattutto per i bambini.
Secondo l'Onu, 2,2 milioni di persone, ovvero la quasi totalità della popolazione dell'area, rischia una "carestia di massa". Gli aiuti riescono ad entrare solo con il contagocce dal valico di Rafah, al confine con l'Egitto, perché dipendono dal via libera di Israele. Difficilmente riescono ad arrivare fino al nord a causa delle distruzioni e degli ostacoli incontrati lungo il percorso. Le minacce di Israele di colpire Rafah, dove si sono ammassati 1,4 milioni di profughi dal resto della Striscia, sono finora state frenate delle pressioni internazionali, ma il premier Benjamin Netanyahu ha anticipato che all'inizio della prossima settimana un gabinetto di guerra straordinario sarà chiamato ad approvare "i piani operativi per l'azione a Rafah, compresa l'evacuazione dei civili". Ieri, secondo quanto riferito dalla stampa, ci sono stati almeno 6 attacchi aerei sulla città.