AGI - Baguette portate ‘alla francese’, sotto al braccio, che in realtà sono originalissime borse, uno scialle ‘mano’ giallo poggiato sulle braccia, infilato proprio come un guanto. E poi cappelli come barchette di carta, mini bag a forma di cuore, o a rete con gli smile, e cravatte e pois, su abiti e accessori. C’è tutta l’ironia e l’allegria di Franco Moschino rivista dal nuovo direttore creativo della maison Adrian Appiolaza. La sua “collezione zero” presentata nell’ambito della Fashion week "evoca il mondo di Franco”, ha spiegato lo stilista. Una corsa contro il tempo per il suo debutto al timone della maison, visto che è arrivato a gennaio. La scelta è stata di dar sfogo alla sua passione per gli archivi e per il vintage. “All’inizio pensavo di dover prendere tempo – ha raccontato Appiolaza, in un incontro con la stampa - per capire come portare Moschino in un nuovo capitolo. Ma una volta entrato” a far parte della squadra “mi sono buttato in questa avventura. Ho deciso di andare sull’archivio di Franco, per portare il suo mondo al giorno d’oggi, trasformandolo in qualcosa di più reale”. La Storia rappresenta le fondamenta per costruire un nuovo linguaggio da un vocabolario esistente. Dunque, gli abiti d'archivio non sono riproposti com’erano, ma rivisitati, rivalutati e ringiovaniti. Le proporzioni sono totalmente reinventate, la realizzazione è reinterpretata. “Mi è sempre piaciuto il suo approccio ironico e teatrale. E ho voluto cercare di trovare un punto di equilibrio tra teatralità e realtà. È stata questa la mia sfida” ha spiegato.
In passerella il trench, il foulard, il denim, il completo sartoriale, la lingerie, le perle, una cravatta. Sono sovvertiti e invertiti, messi alla prova per diventare qualcos’altro. Vengono accompagnati dagli equivoci estetici caratteristici di Franco. I suoi trompe l’oeil e le sue astuzie sono in costante contraddizione con l’elitarismo e i valori snob. I punti interrogativi sono gli emblemi di un'interrogazione insistente sul significato al centro di ogni lavoro che porta il suo nome.
E proprio come il fondatore della maison, anche Appiolaza ha i suoi messaggi da trasmettere attraverso gli abiti. In questa collezione vorrebbe passasse “Il messaggio universale della pace e amore”. Ed ecco che “Peace” compare scritto con le perle. E le maglie ‘sorridono’ con gli smile. In passerella ci sono dei “personaggi” che “dicono qualcosa con i vestiti”, con dei look che aiutano a “sentirsi unici, identificabili”. “Volevo creare delle storie e non fare solo abiti, con Moschino ho visto che era possibile. E l’azienda è stata super reattiva”. Certo per la prossima collezione “vorrei sei mesi per fare tutto, ma questo è l’inizio di qualcosa. È un eccitante punto di partenza”.