AGI - La città di Rafah, al confine tra la Striscia di Gaza e l'Egitto, si trova da giorni sotto la pressione dei bombardamenti israeliani. Rafah giace su una superficie di appena 64 chilometri quadrati dove prima del 7 ottobre vivevano circa 300 mila persone. Un'area già sovrappopolata, che con l'esplosione del conflitto tra Israele e Hamas ha visto la propria popolazione crescere fino a 1,5 milioni a causa dei civili in fuga dal nord di Gaza. Una delle aree più densamente popolate al mondo su cui negli ultimi giorni si sono abbattuti i raid israeliani; un'area finita nel mirino del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha dichiarato che un'operazione di terra a Rafah "è solo questione di tempo". Si tratta dell'ultimo capitolo della storia di una città abitata da più di 3 mila anni. Ai tempi dell'antico Egitto l'area era famosa per essere una fiorente oasi che collegava Gaza con il Sinai. Importante e strategica al punto da essere teatro della battaglia di Raphia (nome latino della città) del 217 A.C.. Qui si scontrarono 150 mila soldati e 200 elefanti in una lotta tra l'impero Seleucide e il regno Tolemaico.
Nel 635 D.C., dopo anni trascorsi sotto il controllo dell'impero bizantino, a Rafah arriva l'esercito dei Rashidun, i 'compagni' del profeta Maometto che combatterono per la diffusione della dottrina islamica. Proprio l'Islam plasmerà i secoli successivi della vita di Rafah, che passerà nelle mani delle dinastie musulmane degli Omayyadi e degli Abbasidi e troverà stabilità sotto il dominio ottomano, tornando un punto di ristoro per cammelli, mercanti e pellegrini in viaggio verso la Mecca. La città ha ospitato per secoli una comunità ebraica, mercanti che hanno contribuito a rendere fiorente il commercio, prima di trasferirsi nella vicina Ashkelon, in Israele. La svolta arrivò con la divisione in due della città decisa nel 1906. L'impero ottomano, il 'Grande malato', era ormai sull'orlo del collasso e una linea spezzo' in due Rafah, che finì per metà sotto l'Egitto colonia britannica, mentre l'altra metà rimase alla Palestina ottomana. Le rivolte arabe ispirate da T.E. Lawrence, meglio conosciuto come Lawrence d'Arabia, segnarono la fine del controllo ottomano in Medio Oriente e nel 1917 Rafah fin interamente sotto controllo britannico. La riunificazione della città durò poco più di 30 anni. Nel 1948, con la creazione dello stato di Israele e l'inizio della 'Nakba', ricordata dai palestinesi come la 'catastrofe', decine di migliaia di famiglie furono costrette a muovere verso la Striscia di Gaza, quest'ultima passò sotto controllo dell'Egitto e tornò a essere divisa dalla linea tracciata nel 1906.
Il campo profughi di Rafah nacque nel 1949, (oggi uno dei più densamente popolati al mondo), risultato dell'esodo dei tantissimi palestinesi, costretti ad abbandonare le proprie terre durante la Nakba dell'anno prima. Nel 1967 Israele vinse la guerra contro i Paesi arabi e occupo' Gaza e il Sinai. La linea che divide la città venne meno per 15 anni, nel 1979 Israele ed Egitto firmarono un trattato di pace, nel 1982 gli israeliani abbandonarono il Sinai e la città tornò a essere divisa dal confine del 1906. Stavolta la linea spaccò in due un centro abitato cresciuto in maniera importante e alla popolazione toccò decidere se vivere nel lato egiziano o rimanere in una Gaza sotto controllo di Israele. Sempre del 1982 è l'apertura del valico di Rafah, collegamento tra l'Egitto e Gaza, che nel 1994 venne messo sotto il controllo congiunto di Israele e dell'Autorità palestinese. L'intesa tenne per 7 anni e crollò con la seconda intifada del 2001, quando Israele distrusse l'aeroporto Yasser Arafat, situato vicino Rafah, e riprese il pieno controllo del valico. Anche stavolta però la gestione si presentò tanto strategica quanto complicata; nel 2005 il governo israeliano decise di ritirare i propri coloni da Gaza e nel 2007 Hamas prense il controllo insieme all'Egitto. Uno sviluppo, l'ultimo di una lunga serie, che ha reso Rafah l'unico passaggio verso Gaza non direttamente controllato da Israele.
La fama del valico di Rafah è dovuta in larga parte a quanto avviene sotto terra, nei tunnel da cui per anni sono passati armi e razzi destinati alla resistenza palestinese. Tunnel cui l'Egitto ha dichiarato però guerra negli anni. Il Cairo, attenendosi al trattato siglato nel 1979 con Israele, ha allagato i tunnel con acqua di mare, li ha riempiti di terra e li ha sbarrati con muri di cemento. Con l'ascesa al potere del presidente egiziano Abdelfettah Al Sisi il governo egiziano ha dato inizio alla distruzione di Rafah. Da allora sono stati rasi al suolo 685 ettari di terreni coltivati, almeno 800 case e 78 mila persone sono ora costrette in una zona cuscinetto tra il Sinai e Rafah. Non è andata meglio alla parte di popolazione di Rafah rimasta a vivere sul lato palestinese. Prima del dramma degli ultimi giorni la città fu messa a ferro e fuoco da una faida tra Hamas e un altro gruppo palestinese nel 2009. Non sono mancati però i bombardamenti israeliani, che nel 2009, nel 2012 e nel 2014 hanno colpito Gaza senza risparmiare Rafah e causato numerose vittime tra i civili.