"Tutti i candidati devono beneficiare dei principi costituzionali di parità di trattamento", si legge in un comunicato della coalizione Diomaye Presidente.
"Per questo il rilascio immediato del candidato Bassirou Diomaye Diakhar Faye è una richiesta popolare e rispettosa della Costituzione", si legge nel comunicato.
La coalizione ha sottolineato che la situazione richiedeva anche il rilascio urgente del leader del partito di opposizione Pastef, Ousmane Sonko. La Corte Costituzionale ha respinto la candidatura di Sonko, ma ha accettato quella di Faye, numero due del partito, insieme ad altre 20 persone. Sonko è in carcere dal luglio 2023 per aver incitato alla rivolta, essersi associato a criminali legati al terrorismo e aver danneggiato la sicurezza dello Stato. Faye è in detenzione preventiva dall'aprile dello scorso anno, ma non è ancora stato processato.
Il mese scorso l'Unione Europea ha sottolineato che i candidati approvati dal Consiglio costituzionale devono essere tutti autorizzati a fare campagna elettorale a parità di condizioni. Negli ultimi giorni, decine di sostenitori dell'opposizione sono stati liberati dal Presidente Macky Sall, che afferma che in Senegal non ci sono prigionieri politici. La coalizione del presidente Diomaye ha chiesto che "tutti i prigionieri politici che sono stati rinchiusi ingiustamente siano immediatamente rilasciati".
Sall ha gettato il Senegal, tradizionalmente stabile, in una profonda crisi rinviando all'ultimo minuto le elezioni del 25 febbraio per il suo successore.
Al potere dal 2012 ma non in corsa per un terzo mandato, Sall ha dichiarato di aver annullato il voto a causa di controversie sulla squalifica di potenziali candidati e per la preoccupazione di un ritorno ai disordini visti nel 2021 e nel 2023. Il Consiglio costituzionale è intervenuto giovedì e Sall, sotto forti pressioni internazionali e nazionali, ha accettato la richiesta di organizzare le elezioni il prima possibile, ma non è stata fissata alcuna data.