AGI - Un tribunale norvegese ha stabilito che le rigide condizioni carcerarie imposte all'estremista di destra Anders Behring Breivik, che uccise 77 persone in una strage nel 2011, non sono "disumane" come lui ha affermato. Breivik oggi ha 45 anni e nel 2011 uccise nell'isola di Utoya 69 adolescenti per estirpare alla radice i valori socialisti che, secondo lui, hanno aperto le porte agli immigrati e al multiculturalismo. A Utoya i socialisti e laburisti europei fanno il loro campeggio estivo, da quando Willy Brandt aveva i pantaloncini corti. Nel suo manifesto di 1500 pagine Breivik scrisse che, entro il 2083, gli immigrati, soprattutto quelli islamici, dovranno andarsene dall'Europa con le buone o con le cattive. Per far questo la destra nazionalista prenderà il potere in tutta Europa entro il 2070.
Breivik, tra il 2009 e il 2011, scrisse i partiti potenzialmente amici che avrebbero potuto dare una mano: in primis Russia unita di Putin e poi Le Pen in Francia, Lega e Forza Nuova in Italia, Pvv in Olanda, Fpoe in Austria, Vlaams Belang in Belgio, Likud in israele. Le Pen, Lega, Fpoe, Pvv, Vlaams Belang avrebbero poi formato dal 2015 un gruppo unico all'Europarlamento, a cui si è poi aggiunta AfD. Molti di questi partiti hanno rapporti con Russia unita di Putin.
Breivik è detenuto separatamente dagli altri carcerati in strutture di sicurezza da quasi 12 anni. Il codice penale norvegese prevede una pena detentiva massima di 21 anni, ma, al termine, una Commissione stabilirà' ogni cinque anni se Breivik sarà ancora pericoloso socialmente oppure no. Teoricamente la pena potrebbe allungarsi di lustro in lustro. Durante un'udienza di cinque giorni all'inizio di gennaio, tenutasi per motivi di sicurezza nella palestra della prigione di Ringerike, Breivik disse che era depresso e dipendente dal Prozac, a volte crollando in singhiozzi. Ha accusato le autorità che lo starebbero "spingendo al suicidio". Lo Stato norvegese ha sostenuto che le sue severe, ma confortevoli, condizioni sono giustificate, dicendo che c'è "un rischio assolutamente estremo di violenza totalmente sfrenata".
"Breivik ha buone condizioni detentive e una quantità relativamente grande di libertà nella sua vita quotidiana", ha scritto la giudice Birgitte Kolrud nel verdetto. "Sembra irrealistico prevedere eventuali cambiamenti in quanto è improbabile che ci saranno cambiamenti significativi nello scenario di rischio nel breve termine", ha scritto. Prima dell'annuncio del verdetto, l'avvocato di Breivik ha detto all'AFP che avrebbe presentato ricorso se non avessero vinto in prima istanza. In prigione, Breivik ha tre stanze private per sé: un soggiorno, uno studio e una piccola palestra. Al piano inferiore - che condivide con un altro prigioniero, anche se mai contemporaneamente - ha anche accesso a una cucina, una sala TV, una sala da pranzo e una stanza per le visite. "Breivik è particolarmente trattato bene", ha testimoniato il direttore della prigione Eirik Bergstedt. Ma il suo avvocato ha sostenuto che le autorità non hanno messo in atto misure sufficienti per compensare l'isolamento di Breivik, con le sue interazioni umane per lo più limitate ai contatti con professionisti come guardie, avvocati e un cappellano.
"Non uscirà mai, lo sa bene", ha detto alla Corte il suo avvocato Oystein Storrvik. "Puoi consegnare una de facto condanna all'ergastolo e impedirgli qualsiasi contatto umano mentre la sentenza è scontata?" ha chiesto. L'avvocato ha detto anche che lo Stato stava violando l'articolo 8 della CEDU, che garantisce il diritto alla corrispondenza, e aveva cercato un allentamento delle restrizioni sulle lettere in entrata e in uscita del suo assistito. "Breivik rappresenta oggi lo stesso pericolo del 21 luglio 2011", ha sostenuto l'avvocato dello Stato, Andreas Hjetland, sottolineando che il querelante era ancora in grado di compiere atti di violenza e di ispirare gli altri a fare lo stesso. Durante il processo, è emerso che Breivik aveva cercato di suicidarsi tre volte durante la sua prigionia e aveva lanciato una campagna di disobbedienza civile nel 2018. Aveva disegnato simboli come una svastica con le sue feci, gridato "Sieg Heil" e intrapreso uno sciopero della fame. Due esperti hanno detto tuttavia alla Corte che credono che Breivik non sia né depresso né abbia manie suicide. Inni Rein, uno psicologo incaricato di valutare Breivik, ha scritto che Breivik "non dà l'impressione di voler davvero morire".