AGI - Un tribunale ungherese ha annullato una multa a una catena di librerie, inflitta in base a una legge criticata dall'Unione Europea (Ue), per aver venduto un libro sull'omosessualità senza averlo riposto nella maniera corretta, ovvero più 'nascosto' rispetto agli altri volumi. Il giudice ha "annullato la sanzione senza precedenti" (circa 31.000 euro), dopo aver constatato che la nuova legislazione era stata "mal interpretata" dalle autorità. Almeno secondo una sentenza pubblicata venerdì dove si intuisce che il problema è una semplice virgola messa fuori posto.
La catena Lira era stata condannata nel 2023 per aver venduto la graphic novel "Heartstopper", una storia incentrata su una storia d'amore nascente tra due studenti liceali e resa popolare da una serie di Netflix. Una narrazione che, secondo le direttive espresse dal governo di Budapest, "violava le regole". L'accusa sosteneva che i libri dell'autrice britannica Alice Oseman, "nonostante raffigurino l'omosessualità", siano stati collocati nella sezione per bambini e adolescenti, senza essere protetti da una confezione ritenuta adatta, ermetica, diversa. Una misura adottata, e giustificata, dal desiderio del governo di "proteggere i bambini" in base a una legge del 2021 che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito una "vergogna". Secondo questa legge, ad esempio, non è più possibile parlare ai minori di "cambiamento di sesso e omosessualità".
Tuttavia, i legali di Lira si sono resi conto in seguito che, a causa di un errore di battitura probabilmente involontario - una virgola mancante - la legislazione in realtà richiedeva solo confezioni sigillate per i libri "venduti separatamente da altri prodotti". L'azienda ha portato il caso in tribunale nella capitale, che si è pronunciato a favore della sua teoria, e in fondo, della grammatica ungherese. Pur essendo soddisfatto dell'esito, il direttore creativo Krisztian Nyary teme ora che si moltiplichino i casi, poiché ritiene che la legge sia scritta così male da risultare di difficile interpretazione. Questo continuerà a rendere "la vita difficile al commercio e all'industria del libro", ha dichiarato all'AFP. Anche il cinema ne risente, costretto a includere nella categoria dei 'film vietati ai minori' anche le semplici commedie romantiche che parlano di omosessualità. Persino i musei hanno limitato l'accesso ad alcune mostre.
Secondo Bruxelles, che ha avviato una procedura di infrazione, la legge ungherese viola i diritti alla libertà di espressione e alla non discriminazione, nonché la libertà di fornire servizi e la libera circolazione delle merci. Il primo ministro ungherese Viktor Orban, promotore di questi valori "illiberali", ha adottato una serie di misure controverse negli ultimi anni, sempre nascondendosi dietro la volontà di "proteggere i bambini dalla propaganda LGBT+".