AGI - L'esercito israeliano, tra venerdì e sabato, è tornato a colpire pesantemente l'area di Rafah, sulla punta meridionale della Striscia di Gaza, guarda caso dopo l'ordine che Benjamin Netanyahu aveva intimato ai suoi militari invitandoli a preparare un "piano di evacuazione" per le centinaia di migliaia di civili che si trovano lì prima di una possibile offensiva di terra. Questo perchè - aveva sottolineato il premier - "è impossibile raggiungere l'obiettivo della vittoria in guerra senza eliminare Hamas e lasciare quattro battaglioni di Hamas a Rafah".
Questa mattina numerosi testimoni hanno riferito di attacchi nei pressi della città, abitata da circa 1,3 milioni di palestinesi (ben oltre la metà della popolazione della Striscia), la maggior parte dei quali si è rifugiata lì per sfuggire alle violenze piu' a nord. Nel giro di 24 ore, il ministro della Sanita' di Hamas ha contato 110 morti, di cui 25 proprio negli attacchi a Rafah, e ha riferito di "intensi combattimenti" questa mattina nell'ospedale Nasser di Khan Younis. Ieri, invece, le forze israeliane hanno preso d'assalto l'altro ospedale principale della citta', al-Amal.
Dopo Gaza City e Khan Younis, Israele punta ora a un'operazione di terra in questa citta' al confine con l'Egitto, nell'estremo sud della Striscia di Gaza, come parte della sua offensiva militare contro il movimento islamista palestinese Hamas.
Stando alla testimonianza di alcuni fotografi dell'AFP, diversi edifici a Rafah sono stati distrutti. In un quartiere sono state viste persone che trasportavano i corpi di tre bambini uccisi in un bombardamento. "Costringere piu' di un milione di palestinesi sfollati a Rafah a evacuare di nuovo senza trovare un posto sicuro dove andare sarebbe illegale e avrebbe conseguenze catastrofiche", ha dichiarato Nadia Hardman, specialista dei diritti dei migranti e dei rifugiati per Human Rights Watch, nella notte. "Non c'e' nessun posto sicuro a Gaza. La comunita' internazionale deve prendere provvedimenti per prevenire ulteriori atrocita'", ha aggiunto, mentre le Nazioni Unite e persino gli Stati Uniti, il principale alleato di Israele, hanno espresso timori per i civili presenti. Il Dipartimento di Stato americano ha avvertito questa settimana che "condurre un'operazione del genere ora (a Rafah) senza pianificazione e considerazione in un'area che ospita un milione di persone sarebbe un disastro".
Carri armati e proiettili di artiglieria israeliani poi, secondo Al Jazeera, hanno preso di mira i piani superiori del complesso medico Nasser a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Una donna palestinese e' stata uccisa da un cecchino israeliano all'inizio della notte davanti al cancello d'ingresso del centro medico, mentre altri morti e feriti sono stati segnalati a causa dei bombardamenti nel complesso ospedaliero. Due persone sono morte a seguito del bombardamento di una casa appartenente alla famiglia Al-Jarmi nella citta' di Al-Nasr, nel sud della Striscia di Gaza. Un morto e tre feriti, invece, rappresentano il provvisorio bilancio dell'offensiva israeliana i cui carri hanno sparato verso il Nasser Medical Complex, a ovest di Khan Younis. Le quattro persone colpite dai militari israeliani erano davanti al cancello della reception dell'ospedale Nasser. Nel mirino dell'Idf - sempre secondo Al Jazeera - anche il personale medico e gli sfollati presenti nella struttura ospedaliera.
Come se non bastasse, la Mezzaluna Rossa Palestinese ha reso noto che diversi membri del suo personale, insieme agli operatori sanitari dei feriti e dei pazienti, sono stati arrestati dalle forze israeliane presso l'ospedale Al-Amal. La notizia e' stata diffusa dall'agenza di stampa palestinese Wafa. In particolare, si afferma che "le forze di occupazione israeliane hanno fatto irruzione nell'ospedale, affiliato alla Mezzaluna Rossa palestinese, conducendo perquisizioni all'interno dei locali". Nelle ultime settimane, i militari israeliani hanno posto uno stretto assedio intorno all'ospedale, lanciando a volte bombe o sparando colpi d'arma da fuoco nelle vicinanze dell'ospedale, mettendo cosi' in pericolo la vita dei pazienti e del personale medico all'interno e causando danni significativi all'edificio. La Mezzaluna Rossa palestinese aveva precedentemente avvertito dell'imminente pericolo per la vita dei pazienti in ospedale a causa del completo esaurimento delle scorte di ossigeno per diversi giorni. Le èquipe mediche non sono in grado di eseguire interventi chirurgici. L'organizzazione ha sottolineato che le riserve di carburante si esauriranno entro quattro giorni, esortando la comunita' internazionale a intervenire con urgenza, esercitando pressioni sulle autorita' israeliane affinche' consentano l'ingresso di ossigeno, forniture mediche e carburante per garantire la continuita' delle operazioni nell'ospedale.