AGI - Torna l'incubo dello Stato islamico in Turchia. Aumentano le misure di sicurezza per proteggere luoghi di culto cristiani ed ebraici che potrebbero finire nel mirino dei terroristi di Isis-H, la sezione del califfato che ha colpito la chiesa italiana di Santa Maria durante la messa della scorsa domenica. Questo è stato il primo attentato dello Stato Islamico in Turchia dal 2016, quando il terrore colpì il Paese nella notte di Capodanno facendo 39 morti e oltre 60 feriti in un'affollatissima discoteca di Istanbul.
Al momento, l'indagine sull'attentato alla parrocchia cattolica ha condotto all'arresto dei due killer: un cittadino del Tagikistan e un russo di origine tagika. Venticinque persone sono state detenute perché ritenute, stando a quanto dichiarato dal ministro alla Giustizia Yilmaz Tunc, collegate all'attacco; 26 sono state rimpatriate mentre per altre nove persone è scattato il controllo giudiziario.
Dalle indagini anche sono emersi piani per attaccare chiese e sinagoghe in quartieri tradizionalmente legati ad altri culti, come Balat, area storicamente greco ortodossa e sede del patriarcato. Anche la chiesa di Santa Maria si trova a Sariyer, distretto dove musulmani, cristiani ed ebrei convivono da sempre.
In base a quanto riporta il portale di notizie T24, nel corso del 2023 sono stati 12 gli attentati di Isis-H sventati dalle forze di sicurezza turche. Tutti gli arrestati sono accusati, a diverso titolo, di far parte della cellula dello Stato islamico che ha organizzato l'attacco alla chiesa; un attentato costato la vita a una persona, ma che avrebbe potuto avere conseguenze ben più tragiche se le due pistole usate dai killer non si fossero inceppate.
Secondo quanto reso noto dai media turchi gli arrestati hanno un legame con il gruppo Isis-H e non con le milizie del califfato ancora attive in Siria. Isis-H è una sigla che rimanda a Isis-Horasan, una vasta regione che nella sua accezione storica più ampia ricomprende parte di Iran, Afghanistan, Pakistan, Uzbekistan, Turkmenistan e Tagikistan. La sezione Isis-H, che in quest'area punta alla creazione di un califfato, nasce nel 2014 dalle ceneri dell'Isis in Siria e raccoglie moltissimi jihadisti sei Paesi dell'Asia Centrale, ma anche fuoriusciti di Al Qaeda e reduci della guerra in Cecenia che ne accrescono i ranghi in Afghanistan e Pakistan. Proprio L'Isis-H aveva fatto parlare di sé per alcuni sanguinosi attentati costati la vita a decine di persone in Afghanistan tra il 2021 e il 2022, dopo il ritorno al potere dei talebani nel Paese. Attentati kamikaze, tentati attacchi a sedi diplomatiche, rapimenti, bombe e conflitti a fuoco costituiscono la strategia con cui questi terroristi hanno dato filo da torcere ai talebani e si sono imposti come la più pericolosa e organizzata sezione dell'Isis ancora attiva.
Lo stesso Isis-H aveva firmato l'ultimo attacco in Turchia, alla discoteca Reyna a capodanno 2016, ma anche l'attentato all'aeroporto Ataturk di 6 mesi prima costato la vita a 45 persone (più' i tre attentatori). Una pericolosità che ad Ankara non hanno mai sottovalutato. I sette anni trascorsi senza attacchi Isis nel Paese sono stati anche il risultato di numerose operazioni, le ultime delle quali hanno avuto luogo a fine novembre (13 arresti) e a dicembre, quando 34 sospetti terroristi sono finiti in manette con l'accusa di aver organizzato una serie di attacchi a chiese e sinagoghe a capodanno. Secondo quanto riportato dai media turchi sarebbero 12 gli attentati sventati a Istanbul lo scorso anno.
L'attacco alla chiesa di Santa Maria è sfuggito ai servizi segreti turchi, ma il legame tra gli attentatori e Isis-H è stato confermato in queste ore e nuove misure di prevenzione verranno prese per proteggere luoghi di culto non islamici. Nella tarda serata di domenica erano invece stati arrestati i due assalitori, uno cittadino del Tagikistan David Tanduev e un russo di origine anche tagika, Amirjon Kholikiv. I due, oltre che all'accusa di essere membri di un'organizzazione terroristica come gli altri detenuti, dovranno rispondere di omicidio con l'aggravante del fine terroristico.
I tre procuratori incaricati di seguire il procedimento giudiziario hanno trascorso tutta la giornata di ieri a interrogare gli arrestati e nella notte sono arrivati i provvedimenti. Da quanto emerso dagli atti giudiziari i due, il giorno prima dall'attentato, si sono recati con due diverse automobili' sul luogo dell'attacco e hanno anche compito un sopralluogo nella chiesa obiettivo dell'attacco.