AGI - "La polizia turca ha liberato gli ostaggi dall'impianto della Procter and Gamble". Lo affermano i parenti all'AFP. Sono stati liberati e stanno bene i 7 ostaggi finiti nelle mani di un uomo armato questo pomeriggio in Turchia. Nel distretto industriale di Gebze, non lontano da Istanbul, le autorità turche hanno prima cercato una trattativa e poi sono intervenute arrestando l'uomo che nel pomeriggio ha fatto irruzione nella sede della compagnia americana Procter & Gamble e liberando le persone rimaste prigioniere di quest'ultimo, identificato come Ibrahim Y. Il prefetto di Kocaeli, Seddar Yavus, si trova sul luogo del sequestro e ha coordinato la ricerca di una mediazione con il sequestratore e l'intervento.
All'origine dell'azione criminale una forma di protesta nei confronti dei bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza. Sul luogo sono immediatamente accorse le ambulanze, ma anche le squadre speciali e la polizia, che ha chiuso il traffico isolando l'edificio. Contemporaneamente le autorità turche hanno garantito il massimo impegno per evitare tragiche conseguenze, ma anche fatto calare il silenzio sull'accaduto. A rivelare che gli ostaggi erano 7 è stata infatti l'Unione dei sindacati, che ha specificato che il sequestratore ha permesso al resto dei lavoratori della fabbrica di lasciare l'edificio. In una foto circolata su internet si vede l'uomo armato di pistola con attorno al torace quella che sembra una cintura esplosiva costruita in modo artigianale.
Ibrahim Y. nella foto posa vicino al disegno di una bandiera palestinese e turca fatte con lo spray sul muro a fianco alla scritta "Le porte si apriranno. Per Gaza o musalla (luogo di preghiere dell'Islam ndr) o morte". Su internet sono contemporaneamente circolate alcune foto degli ostaggi, tra cui si distinguono 2 donne. Proprio il marito di una delle due ha rilasciato un'intervista a una rete locale in cui dichiara di aver ricevuto un messaggio dalla moglie, che gli aveva detto che stavano tutti bene. "Mia moglie lavora nel dipartimento finanza, l'ho chiamata, mi ha risposto 'siamo stati presi in ostaggio' e ha chiuso. Poi mi ha inviato un messaggio dicendomi che era con altre persone e che stavano tutti bene, il sequestratore aveva solo sparato qualche colpo in aria. Poi non ho saputo più niente", ha detto l'uomo, di nome Ismet Zihni, prima della fine dell'incubo. In base a quanto riportano i media turchi, il sequestratore avrebbe anche dato il permesso a festeggiare il compleanno di uno dei sequestrati, per il quale cui erano già stati fatti dei preparativi. Tra le immagini diffuse tramite un live sui social si vedono infatti dei festeggiamenti con tanto di torta, candele e abbracci. Il tutto mentre andavano avanti i sopralluoghi delle squadre speciali intorno all'edificio, per valutare la possibilità di un intervento in caso la trattativa non fosse stata sufficiente a sbloccare la liberazione degli ostaggi. Il sequestratore, prima dell'arresto aveva anche scritto dei messaggi sui social media. "A partire da ora coloro che mi amano facciano solo una cosa, preghino per me come se stessero pregando per la Palestina", si legge nel primo post. Nel secondo posti invece Ibrahim Y. ha scritto: "Possono chiamarmi pazzo, possono darmi del terrorista o del traditore, ma io ci credo e voglio aprire quella porta".