AGI - Una delegazione di alti esponenti di Hamas è attesa stamane al Cairo dove dovrebbe incontrare il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamel per discutere dell'accordo di tregua per gli ostaggi. Ieri infatti il gruppo islamista aveva confermato di aver ricevuto la proposta e di volerla esaminare.
La proposta di tregua mediata dal Qatar, che è stata presentata ad Hamas dopo i colloqui a Parigi con Israele, sarebbe composta da tre fasi, durante le quali tutti gli ostaggi detenuti da Hamas a Gaza dal 7 ottobre verrebbero rilasciati in cambio di un certo numero detenuti palestinesi in carcere in Israele.
La delegazione di Hamas incontrerà alti funzionari dell'intelligence egiziana per discutere i dettagli della "prima fase" della proposta di accordo presentata dal Qatar. Secondo fonti palestinesi, c'è un accordo preliminare sullo scambio di ostaggi con detenuti in più fasi; e la prima fase prevederebbe il rilascio di 35 ostaggi civili (donne, bambini e malati) in cambio di una completa cessazione delle operazioni israeliane per 45 giorni. Inoltre, prevede il rilascio di circa 100 prigionieri palestinesi in cambio di ogni ostaggio liberato da Hamas; è previsto anche un aumento dell'ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Nella seconda fase, sarebbero rilasciati le soldatesse e i soldati israeliani, mentre l'ultima fase riguarderebbe la consegna dei cadaveri degli ostaggi morti durante la loro prigionia nell'enclave palestinese.
La proposta di accordo è stata siglata dai capi dell'intelligence di Israele, Stati Uniti ed Egitto, e dal primo ministro del Qatar; e la bozza è stata poi trasmessa ieri alla leadership di Hamas. Sempre ieri il capo dell'ufficio politico del gruppo islamista, Ismail Haniyeh, ha detto che il movimento palestinese "studierà" la proposta e che risponderà "presto" (secondo la stampa israeliana, già oggi), ma ha anche chiesto "il completo ritiro delle truppe israeliane" dalla Striscia di Gaza.
Nel frattempo, rispondendo al pressing interno al governo da parte della destra che ha minacciato di uscire dall'esecutivo in caso di accordo "non ragionevole", il premier Benjamin Netanyahu ha assicurato che "non uscirà dalle carceri alcun terrorista" né che l'esercito israeliano si ritirerà da Gaza. Hamas, ha replicato Haniyeh, "studierà la proposta", ma "la priorità - ha aggiunto - è porre fine all'offensiva israeliana e che si ritirino completamente le forze israeliane da Gaza".
Il governo israeliano non è disposto a fermare la guerra, nonostante le crescenti pressioni da parte delle famiglie dei rapiti di negoziare un accordo a ogni costo per il rilascio dei 132 ostaggi rimasti all'interno della Striscia (circa 28 dei quali si ritiene siano morti).