AGI - "Credo che l'Ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice". Lo ha detto Roberto Salis, padre di Ilaria, ad Agorà su Rai Tre. "Noi fino al 12 ottobre quando mia figlia ha scritto una lettera - ha aggiunto - non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo nostra figlia. Gli unici che lo sapevano e non hanno detto nulla sono le persone dell'Ambasciata italiana in Ungheria". "Abbiamo l'appuntamento con l'ambasciatore (italiano in Ungheria ndr) - ha continuato -. Mi aspetto delle azioni, abbiamo fatto tante chiacchiere. Questa è la prima volta che ho il piacere di parlare con l'ambasciatore. Evidentemente in questi 11 mesi ha avuto impegni molto più gravosi che occuparsi di mia figlia".
Lunedì la procura di Budapest ha chiesto 11 anni di carcere per Ilaria Salis, l'attivista antifascista arrestata con l'accusa di aver partecipato a un'aggressione a militanti neofascisti nella capitale ungherese. Secondo il quotidiano ungherese Magyar Nemzet, la 39enne milanese si sarebbe dichiarata innocente in apertura del processo a carico suo e di altri tre imputati, tutti stranieri.
Uno di essi, un cittadino tedesco, si è dichiarato colpevole ed è stato condannato con rito immediato a tre anni, pena per la quale farà ricorso sia l'accusa che la difesa. Trascorsi due terzi della pena potrà essere espulso dall'Ungheria e non potrà rientrarvi per cinque anni. Accusata di aver partecipato, con esponenti del gruppo di estrema sinistra 'Hammerband', a quella che le autorità ungheresi hanno definito una 'caccia all'uomo' tra il 9 e il 10 febbraio dell'anno scorso, Salis deve rispondere di tentato omicidio colposo in concorso e su è vista negare la revoca della custodia cautelare per il presunto pericolo di fuga. L'udienza, nella quale la donna è comparsa con schiavettoni ai polsi e alle caviglie, è stata aggiornata al 24 maggio 2024.
In un'aula gremita di interpreti italiani e tedeschi, sono iniziate le fasi preliminari del processo durante le quali se uno degli imputati si dichiara colpevole e accetta l'offerta di pena dell'accusa, il procedimento a suo carico viene dichiarato concluso. Salis, riporta il giornale ungherese online 'Index', è entrata in aula sorridendo. Dopo una breve presentazione dell'accusa, le sono stati tolti gli schiavettoni e si è rivolta al pubblico con un sorriso. Dopo un breve commento sono seguite le dichiarazioni degli imputati e Salis si è proclamata innocente: "Non ho commesso questi crimini" ha detto.
Tajani: Orban non c'entra nulla, il giudice decide le condizioni
"Orban non c'entra". Lo ha affermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani parlando della situazione di Ilaria Salis con i giornalisti in Transatlantico. "Le proteste le abbiamo fatte. Lì, le condizioni di detenzione le decide il giudice poi ci sarà l'amministrazione penitenziaria", le condizioni di detenzione sono "in contrasto con le normative comunitarie e abbiamo chiesto di intervenire e modificare il trattamento della detenuta, questa è l'unica cosa che possiamo fare", ha sostenuto. "Io non voglio politicizzare la cosa, mi pare che qua si stia cercando di politicizzare. Io mi sto preoccupando di tutelare i diritti di un detenuto italiano", ha continuato.
Tajani: il processo deve essere in Ungheria; possiamo intervenire sul trattamanto
"Il reato ipotetico è avvenuto in Ungheria quindi deve essere processata in Ungheria", ha detto il vice e premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, uscendo da Palazzo Chigi, dove si è svolta la riunione del Cdm. "Noi non possiamo interferire sull'attività giudiziaria" in Ungheria, ha sottolineato. Il governo ungherese "vigili e intervenga" affinché vengano "rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie, ha detto ancora Tajani in un tweet.
Convocato l'ambasciatore d'Ungheria a Roma
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dato disposizioni al segretario generale della Farnesina Riccardo Guariglia di convocare l'ambasciatore di Ungheria a Roma per un passo di protesta per le condizioni di detenzione della cittadina italiana Ilaria Salis. Parallelamente, secondo quanto si apprende, domani l'ambasciatore d'Italia in Ungheria effettuerà un passo presso le autorità ungheresi.
L'Ue: il carcere è competenza degli Stati, rispettare gli standard
"Non commentiamo i casi individuali in corso. In generale la detenzione è una responsabilità primaria dei Paesi membri. Quello che posso ricordare in un contesto più ampio è che la Commissione ha avanzato nel dicembre 2022 delle raccomandazioni sulle condizioni di detenzione nei Paesi membri, con gli standard minimi di base e altri elementi che sono stati discussi anche nel Consiglio Giustizia e su cui entro 18 mesi gli Stati membri dovrebbero riferire rispetto all'attuazione". Lo ha dichiarato il portavoce della Commissione europea, Christian Wigand, nel briefing quotidiano con la stampa. "Quindi ci sono discussioni in corso in senso più ampio ma su casi individuali non posso commentare", ha ribadito.
L'accusa
I fatti che le vengono contestati risalgono allo scorso febbraio quando le strade di Budapest furono teatro di violente aggressioni, seguite alla manifestazione con cui gruppi neonazisti e di estrema destra commemorarono il tentativo di fuga delle truppe tedesco-ungheresi accerchiate a Budapest durante la seconda guerra mondiale. La prima aggressione avvenne il 9 febbraio, in piazza Fovam, nel centro della città, dove tre cittadini polacchi furono aggrediti da una banda di sette o otto persone. La seconda aggressione è avvenuta il giorno successivo, 10 febbraio, a Gazdagret, ai danni di un cittadino ungherese. La sera dello stesso giorno sono stati aggrediti un tedesco e una coppia ungherese.
Dalle indagini è emerso che gli aggressori avevano seguito a lungo ciascuna vittima, alcuni di loro hanno viaggiato con loro con i mezzi pubblici, con diversi trasbordi. Gyorgy Magyar, legale di Salis, ha piu' volte denuncioato le condizioni di detenzione della donna. "La mia cliente sente di essere stato tenuto inutilmente sotto un regime carcerario eccessivamente stretto e di essere considerata alla stregua di un terrorista internazionale" ha detto al quoditiano Magyar Hang, "All'inizio non le era consentito nemmeno il contatto con i genitori".
Il padre, Roberto Salis, ha detto a RTL Hirado di essere preoccupato per la figlia, che considera troppi 11 anni e che in Italia questi casi vengono giudicati con molta più indulgenza. L'amministrazione carceraria ha respinto come "falso" e bollato come "menzogne" le accuse contenute nel racconto fatto da una ex compagna di cella di Salis a Repubblica, secondo cui l'antifascista italiana sarebbe tenuta in una cella piena di topi e insetti. "La legislazione in materia e vari protocolli professionali regolano le condizioni di detenzione con norme rigorose" scrive l'amministrazione penitenziaria in una nota, "Negli istituti vengono effettuati continui controlli igienici e i detenuti ricevono un'adeguata assistenza sanitaria. E la presenza dei ratti è una bugia. Le accuse infondate danneggiano gravemente la buona reputazione dell'istituto penitenziario e dei suoi dipendenti".
Milano chiede la sua estradizione
Il consiglio comunale di Milano, con 29 voti favorevoli e 6 astenuti, ha approvato un ordine del giorno della maggioranza, primo firmatario il consigliere del Pd Alessandro Giungi, che impegna il sindaco e la giunta a "richiedere al Governo italiano di intervenire verso il Governo ungherese al fine di consentire, come previsto dalle vigenti convenzioni, l'estradizione di Ilaria Salis in Italia per trascorrere il periodo di custodia cautelare nel suo Paese e per partecipare in videoconferenza dall'Italia al processo".