AGI- "Ci vuole una rete per combattere una rete". Ad affermarlo il commissario europeo per gli Affari interni Ylva Johansson presentando la prima iniziativa Ue per 'mettere in rete' i porti contro il narcotraffico a fronte di dati che certificano un flusso di droga in stabile crescita sulle piazze del Vecchio Continente.
Nel 2021, stando a dati forniti da Bruxelles, i sequestri (la maggior parte effettuati in Belgio) hanno superato le 300 tonnellate di cocaina, quasi cento tonnellate in più rispetto le 211 del 2020. Il crocevia dei grandi traffici (con 96 tonnellate l'anno di stupefacenti sequestrati) è il porto di Anversa, seguito a stretto giro da quello di Rotterdam, nella vicina Olanda, il secondo 'scalo' europeo del narcotraffico. Sono queste, di fatto, le due maggiori porte d'ingresso della droga nel Continente.
La cocaina proveniente dall'America Latina, insomma, sta letteralmente invadendo il mercato europeo. E, nonostante i sempre più frequenti sequestri, "i prezzi di vendita non aumentano - ha constatato Johansson - il che dimostra che il flusso di droga sta solo aumentando". Il trend del narcotraffico è evidentemente in crescita: “Abbiamo un numero record di sequestri e non si sa mai cosa non siamo riusciti a sequestrare”, ha sottolineato la ministra belga agli Interni, Annelis Verlinden, lasciando intendere che, dati alla mano, l'Europa potrebbe essere diventato il primo mercato del narcotraffico globale.
Nasce da questa emergenza l'iniziativa di un'allenaza di porti europei per contrastare il crimine organizzato. Perchè, come ha sottolineato la commissaria svedese, un Paese membro da solo può ben poco: "il successo di un'operazione in un porto non farà che sposare il crimine in altri porti". E, non a caso, è stato proprio la città portuale belga di Anversa (dove si sono incontrati i ministri dell’Interno degli Stati dell’Ue, funzionari di Europol, i rappresentanti di circa venti porti europei e di compagnie private) ad ospitare la presentazione della proposta della Commissione Ue: un accordo tra operatori pubblici (dogane, forze di polizia) e privati (le compagnie portuali e di navigazione) per rafforzare la cooperazione, la condivisione di informazioni e l’analisi dei rischi legati al traffico internazionale di stupefacenti. Una partnership, è stato sottolineato da più parti, "che sarà un fattore chiave per il futuro".
La nuova allenza, su cui i tecnici di Bruxelles stanno lavorando dallo scorso ottobre, ha ottenuto un "forte interesse da parte di tutti gli stakeholder, inclusi i privati, i porti e le aziende che operano nei porti", ha constato ad Anversa la commissaria Johansson. Alla luce delle attuali dimensio del fenomeno e della recrudescenza degli episodi di violenza connessi al crimine organizzato nelle città portuali europee, non c'è alternativa an cooperazione più stretta ed efficace.
"Riunendo le autorita' locali, nazionali ed europee in questo partenariato pubblico-privato, possiamo mettere in comune le competenze e le risorse necessarie per affrontare questa piaga", ha ribadito anche il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni evidenziando quanto sia urgente concordare "prima possibile l'ambiziosa riforma delle dogane dell'Ue" proposta da Bruxelles l'anno scorso. Le conseguenze del traffico di droga, evidenziano le autorità europee, minacciano l'Europa quanto il terrorismo.