AGI - Il 'quid' della Légion d'honneur attribuita nel 1996 a Gérard Depardieu resta. L'interrogativo che si ripropone da inizio mese sui talk televisivi e sulle principali testate d'Oltralpe non è stato neppure preso in considerazione dal presidente Emmanuel Mcron in quasi tre ore di conferenza stampa fiume trasmessa in diretta in tutto il Paese, la prima conferenza stampa dell'anno dopo un quinquennio al potere.
Il capo dell'Eliseo è tornato sulla scivolosa questione dopo gli incauti commenti sul leggendario interprete di Cyrano da lui definito a dicembre "un vanto per la Francia" al di là delle accuse. In merito, ha ricordato che anche per Depardieu (accusato di stupri, avvenuti nel 1985 e 2020, e immortalato mentre riservava commenti osceni a donne e ragazzine) esiste la presunzione d'innocenza, rammaricandosi tuttavia per non aver, in quell'occasione, evidenziato a sufficienza l'importanza della lotta contro qualsiasi forma di violenza nei confronti delle donne. "Una priorità - ha affermato Macron - della nostra azione di governo".
Ai francesi non è certo sfuggito il mancato richiamo al 'corollario' più spinoso del caso Depardieu ovvero se all'attore, fino a oggi considerato un 'mostro sacro' del cinema francese, debba o meno essere ritirata l'onorificenza più antica e ambita di Francia.
A inizio gennaio - rammenta l'emittente TF1 - "la Gran Cancelleria della Legione ha confermato l'avvio di una procedura per contestare lo status di cui fu insignito," l'attore. Ma da allora, prosegue la testata, la ministra della Cultura Rima Abdul-Malak, che aveva rivelato l'esistenza di una procedura disciplinare all'interno dell'istituzione, è stata sostituita dall'ex titolare della Giustizia, Rachida Dati. Il recente rimpasto di governo, insomma, potrà influire anche sulla procedura disciplinare aperta nei confronti dell'attore?
A far pendere il dibattito nazionale sull'ipotesi di una 'sanzione' della Gran Cancelleria sono le recenti dichiarazioni al canale LCI della ministra francese per l'Uguaglianza tra donne e uomini, Aurore Bergé secondo cui dopo i commenti "ripugnanti e inaccettabili" di Depardieu "non c'è nulla da difendere in quello che ha detto, e nessuno lo ha difeso, ovviamente nessuno del governo, né il Presidente della Repubblica".
La questione comunque non è davvero sciolta: fior fiore di giuristi sono scesi in campo per dire la loro.
In attesa della pronuncia dell Gran Cancelleria, gli esperti della materia hanno ribadito che "in caso di condanna giudiziaria a più di un anno di reclusione, la sospensione è immediata". Nel caso di una "violazione dell'onore", invece, sono i membri del Consiglio dell'Ordine della Legion d'Onore e il Gran Cancelliere a decidere.
Per ricevere la famosa medaglia, oltre ai meriti professionali e al servizio alla nazione, il destinatario deve avere un "comportamento irreprensibile", ovvero giudicato tale dopo un'indagine accurata sulla buona condotta del papabile insignito effettuata dal Consiglio dell'Ordine, dopo aver verificato che la persona non abbia precedenti penali. Lo stesso Consiglio può decidere di ritirare la medaglia in caso di atti "contrari all'onore", evidenziano i giuristi.
I membri del Consiglio dell'Ordine della Legione d'Onore dovranno quindi rispondere alla domanda se il comportamento di Gérard Depardieu è o è stato "contrario all'onore"... In teoria, non dovrebbero faticare a lungo per trovare la risposta.