AGI - Margrethe II di Danimarca, la monarca vivente che siede da più tempo sul trono, chiuderà oggi i suoi 52 anni di regno, abdicando in favore del figlio maggiore, il principe ereditario Frederik. La regina - che a 83 anni è molto amata dai danesi anche per i suoi comportamenti eccentrici (detesta i cellulari e Internet) e fuori dal protocollo - ha annunciato a sorpresa la sua rinuncia nel suo discorso di Capodanno, alludendo ai suoi problemi di salute e alla necessità di far posto alla nuova generazione.
Il gesto di Margrethe segue l'abdicazione, nell'ultimo decennio, dei monarchi nei Paesi Bassi, in Belgio e in Spagna. E adesso in molti si chiedono se qualcun altro seguirà questo esempio. In particolare, le monarchie nordiche (Svezia, Norvegia e Danimarca) hanno dimostrato di essere capaci di gesti che non sono soltanto delle novità estetiche, ma scelte per snellire le loro monarchie.
Nel 2019, Carlo XVI Gustavo di Svezia ha 'defenestrato' cinque dei suoi nipoti dalla casa reale, convinto evidentemente che non ci fosse bisogno di pagare così tanti membri della famiglia per i doveri ufficiali. Tre anni dopo, Margrethe ha privato quattro dei suoi nipoti dei loro titoli di 'Altezze Reali', per consentire loro - ha spiegato - di avere una vita normale ma anche mettere l'istituzione (la cui ereditarietà è difficilmente difendibile nell'era moderna) "al passo con i tempi".
La regina ha fatto orecchie da mercante anche quando il suo secondogenito, il principe Joachim, papà dei quattro rampolli, ha protestato 'apertis verbis' dicendo che i suoi figli erano rimasti "feriti": Margrethe è andata diritta per la sua strada e il risultato è che oggi nessuno dei quattro sarà a Copenaghen a sostenere la nonna in un giorno così importante.
Nonostante gli attriti famigliari, la scelta di dare un taglio ai membri della famiglia reale ha dato i suoi frutti: tanto la casa reale danese che quella norvegese è popolarissima (con un tasso di approvazione costantemente attorno all'80%) e il sentimento anti-monarchico, in Svezia, è al livello più basso da oltre 20 anni. L'abdicazione dunque rimane l'ultimo ostacolo da saltare.
Carlo XVI Gustavo di Svezia potrebbe lasciare il trono a favore della figlia, la principessa ereditaria Vittoria, che è molto popolare e sa mettersi in connessione molto bene con la gente (ha persino parlato in pubblico dei suoi problemi di anoressia). Re Harald di Norvegia, che ha 87 anni, ha già dovuto prendersi una pausa per malattia diverse volte, anche per sottoporsi a interventi chirurgici delicati (problemi cardiaci, un cancro alla prostata); e l'anno scorso è stato ricoverato in ospedale. Il figlio, Haakon, lo ha sostituito senza problemi anche perchè, insieme alla moglie Mette-Marit (una ex cameriera ragazza madre che lui aveva conosciuto in un pub), è molto amato.
Poi ovviamente il pensiero corre a Carlo III d'Inghilterra. Nel 2022, in occasione del Giubileo di Platino di Elisabetta II si parlava tranquillamente della sua abdicazione a favore del suo primogenito, Carlo appunto. Poi la regina è morta e adesso Carlo, dopo un'incoronazione sontuosa (ben diversa dalla sobria cerimonia che ci sarà oggi a Copenaghen), il lungo apprendistato e una così estenuante attesa, vuole probabilmente rimanere sul trono. "Ma non fino alla morte", sentenzia con sicurezza 'The Guardian'.
Il quotidiano progressista così argomenta la sua tesi: "Carlo ha un successore, William, ben addestrato ed evidentemente adatto al lavoro. L'abdicazione di Beatrice d'Olanda a favore di Willem-Alexander nel 2013 è stato un precedente ideale. Ha suscitato un afflato di gratitudine per il regno, dato il benvenuto al figlio e conseguentemente creato una monarchia più forte. L'abdicazione indica come una nazione sia in grado di mantenere le proprie istituzioni adatte allo scopo. Snellendo la famiglia reale, Carlo ha saggiamente indicato il desiderio di porre fine a saghe principesche dannose come quelle di Andrea e Harry. Ma adesso deve sicuramente andare oltre nell'aggiornare l'ufficio che un giorno dovrebbe consegnare a suo figlio".
Certo per la Casa dei Windsor, abdicazione rimane una parola 'pesante', che rimanda al ricordo inquietante di Edoardo VIII e l'invisa Wallis Simpson, la conseguente crisi costituzionale e le inevitabili tensioni familiari. Carlo III probabilmente adesso non ci pensa. Tra l'altro, mentre le teste coronate scandinave sono proclamate dal premier, i re e le regine nel Regno Unito prestano giuramento e vengono consacrati durante la loro incoronazione, il che significa che il loro mandato è molto più religioso ed è un impegno per tutta la vita con Dio.
Ma l'abdicazione "potrebbe diventare un'opzione per il re negli anni a venire, soprattutto se, come Margrethe, sente di iniziare a rallentare man mano che invecchia", ha spiegato un costituzionalista, Craig Prescott, a Sky News Uk. Insomma l'abdicazione potrebbe essere un'opportunità per togliere la polvere da un'istituzione come la monarchia e consentire alle generazioni più giovani di salire al trono. Wiilia e Kate, in cima alle classifiche di popolarità della famiglia, sono perfetti allo scopo. Perchè come dice la 'royal watcher' della Bbc Jennie Bond, "c'è la sensazione che la sequela di re e regine molto anziani potrebbe rendere la monarchia sempre più lontana dal popolo".