AGI - Un appello firmato da decine di personalità israeliane, fra cui la cantante Noa e lo scrittore David Grossman, e diffuso da Amnesty International, sottolinea l'urgenza di impegnarsi a "combattere la disumanizzazione degli abitanti di Gaza, dei palestinesi e dei musulmani, e la disumanizzazione degli israeliani e degli ebrei in generale".
"Come sostenitori dei diritti umani, dobbiamo combattere l'apartheid e l'oppressione. Tuttavia, ciò non dovrebbe comportare la demonizzazione dei civili associati alla fazione più forte, e tale lotta non deve certamente condonare il massacro e le atrocità commessi contro i civili israeliani e altri cittadini il 7 ottobre".
Ma, continua la lettera, "la natura della ritorsione israeliana a Gaza - una ritorsione che di per sé ha provocato un'orribile portata di uccisioni e sofferenze, insieme agli appelli di importanti personaggi pubblici (cosi' come di parti dell'opinione pubblica israeliana) alla pulizia etnica e alla popolazione trasferimento, sono motivo di profonda preoccupazione".
"In Occidente, tra alcuni giovani è emersa una tendenza inquietante a disumanizzare gli israeliani e, talvolta, gli ebrei. Ciò serve a razionalizzare la loro uccisione o la violazione dei loro diritti riducendoli a rappresentanti dell'oppressione israeliana".
Questa tendenza, continua la lettera veicolata da Amnesty e firmata dagli esponenti della società israeliana, "è dimostrata tra l'altro dall'atteggiamento indifferente o distorto di questi ambienti nei confronti della questione degli ostaggi a Gaza. Al contrario, in Israele e in ampi ambienti filo-israeliani a livello globale, la disumanizzazione dei palestinesi in generale e degli abitanti di Gaza in particolare è comune, espressa principalmente dall'associazione di tutti gli abitanti di Gaza ad Hamas. Questa associazione viene utilizzata da loro per razionalizzare le uccisioni indiscriminate e la negazione degli aiuti umanitari. Inoltre, la crescente ondata di islamofobia in Occidente, che dipinge i musulmani come terroristi, è riprovevole e allarmante".
"La disumanizzazione di israeliani ed ebrei, così come di palestinesi e musulmani, è inaccettabile. Una persona non è semplicemente la rappresentazione di un'identità collettiva, di una storia, di eventi o di un orientamento politico. Un approccio umanistico coerente deve affrontare tutti questi sviluppi inaccettabili". Secondo i firmatari dell'appello, "occorre fare una distinzione cruciale tra le proteste filo-palestinesi e il sostegno ai crimini contro gli israeliani. Lo spazio concesso alla protesta filo-palestinese non deve essere ridotto, come è stato fatto recentemente in molti casi. Allo stesso tempo, dobbiamo opporci a qualsiasi razionalizzazione dei crimini contro i civili, indipendentemente dalla loro identità o ubicazione".