AGI - "Voglio ringraziare il popolo taiwanese per aver scritto un nuovo capitolo nella nostra democrazia. Abbiamo dimostrato al mondo quanto abbiamo a cuore la nostra democrazia. Questo è il nostro impegno incrollabile. Taiwan ha ottenuto una vittoria per la comunità delle democrazie". Sono le prime parole del vincitore delle presidenziali a Taiwan, William Lai, secondo quanto riporta la Bbc.
Lai si afferma come nuovo presidente dell'isola con il 40,2% dei voti. Questo risultato conferma per la terza volta alla guida del Paese il Partito Democratico Progressista (Dpp), inviso alla Cina.
Lai ha anche fatto sapere che continuerà la politica dell'attuale amministrazione, volta a mantenere l'indipendenza di fatto di Taiwan, nonostante le minacce del Partito comunista cinese di annetterla con mezzi politici, militari o economici.
"Pur aspirando alla pace, non nutriamo illusioni", ha detto Lai in una conferenza stampa prima delle elezioni di oggi. "Rafforzeremo la deterrenza della difesa, le capacità di Taiwan in termini di sicurezza economica, i partenariati con le democrazie di tutto il mondo e manterremo una leadership stabile e basata su principi nelle relazioni. Siamo pronti e disposti a impegnarci per dare di più alle persone su entrambi i lati dello Stretto di Taiwan. La pace non ha prezzo e la guerra non ha vincitori", ha detto Lai.
Considerato favorito sin dall'inizio della campagna elettorale, i sondaggi lo hanno sempre considerato in vantaggio rispetto al candidato del Partito nazionalista o Kmt, Hou You-yi, propenso a un'eventuale unificazione con la Cina, e quindi più amato da Pechino. Il partito nazionalista dominò per decenni la politica taiwanese, in feroce antagonismo con Pechino, ma negli ultimi sedici anni ha assunto posizioni più gradite oltre lo Stretto con i famosi tre no: all'unificazione, all'indipendenza, al confronto militare. Poche chance aveva invece il terzo contendente Ko Wen-je, del Partito popolare alternativo di Taiwan.
Lai presidente è un risultato che è anche una vittoria per l'isola e per la sua storia democratica: per la prima volta infatti lo stesso partito presiederà il Paese per tre mandati consecutivi. Probabilmente Lai non dichiarerà formalmente l'indipendenza di Taiwan, sostenendo che l'isola funziona già, de facto, come Paese indipendente sotto il nome di Repubblica Cinese. Si spera solo che la sua vittoria non stressi ulteriormente i rapporti con la Cina, che ancora considera Taipei una provincia ribelle.
Lai vincitore, ma senza la maggioranza in parlamento
L'indipendentista William Lai è il presidente eletto di Taiwan: ha ottenuto oltre il 40% dei consensi in una delle piu' attese elezioni di questo anno pieno di appuntamenti con il voto in tutto il mondo. Ha quindi superato le attese e le previsioni dei sondaggi, ma il suo partito democratico progressista non ha ottenuto la maggioranza al parlamento. Questo lo ha spinto ad aprire, nel primo discorso dopo la vittoria, alla collaborazione con l'opposizione, rappresentata da Hou Yu-ih del KMT, filo-cinese, che ha avuto il 33% dei voti, e da Ko Wen-je del partito popolare, terzo con il 26%.
"Questa campagna elettorale ha mostrato al mondo l'insistenza del popolo taiwanese sulla democrazia, e spero che tale voce possa essere compresa appieno anche dall'altra parte dello Stretto di Taiwan", ha detto Lai.
La vittoria dell'ex vicepresidente, che prenderà le sue nuove funzioni il prossimo 20 maggio, è giunta al termine di una campagna segnata da una forte pressione diplomatica e militare della Cina, le cui coste sono distanti 180 chilometri da quelle dell'isola. L'affluenza alle urne è stata pari al 71,9% in un Paese che ha 23 milioni di abitanti.
La reazione della Cina
E proprio il Dragone che teneva gli occhi puntati sulle elezioni, ha subito commentato ribadendo che la "riunificazione è inevitabile" nonostante il risultato delle elezioni che hanno premiato l'esponente dell'indipendentismo. Il voto, ha fatto sapere il portavoce dell'ufficio degli affari di Taiwan a Pechino tramite l'agenzia Xinhua, "non ostacolerà l'inevitabile riunificazione con la Cina" e ha aggiunto che Pechino si oppone alle "attività separatiste". Il portavoce dell'Ufficio per gli affari di Taiwan a Pechino, Chen Binhua, ha dichiarato tramite l'agenzia di stampa Xinhua che la Cina continua ad aderire "al consenso del 1992 che incarna il principio di una Cina unica e ci opporremo fermamente alle attività separatiste mirate all'indipendenza di Taiwan e alle interferenze straniere".
Biden, non sosteniamo l'indipendenza
Gli Stati Uniti non sostengono l'indipendenza di Taiwan: lo ha affermato il presidente Joe Biden, dopo la vittoria alle elezioni del sostenitore dell'indipendenza da Pechino, Lai Ching-te. Rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano quale fosse la posizione di Washington su Taiwan dopo le elezioni, Biden ha detto "non sosteniamo l'indipendenza".
Ue, preoccupati per tensioni si mantenga status quo
"L'Ue rimane preoccupata per le crescenti tensioni nello Stretto di Taiwan e si oppone a qualsiasi tentativo unilaterale di cambiare lo status quo", si legge nella dichiarazione del portavoce del capo della diplomazia europea, Josep Borrell. "L'Ue sottolinea che la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan sono essenziali per la sicurezza e la prosperità nella regione e nel mondo".
Blinken, dimostrata forza sistema democratico
"Ci congratuliamo con il dottor Lai Ching-te per la sua vittoria alle elezioni presidenziali di Taiwan. Ci congratuliamo inoltre con il popolo di Taiwan per aver partecipato a elezioni libere ed eque e per aver dimostrato la forza del loro sistema democratico". Lo scrive il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken.