AGI - Nella notte, secondo attacco Usa contro le struttture militari (basi, depositi d'armi e postazioni di lancio dei missili) degli Houthi nello Yemen. È arrivato dopo che anche ieri i ribelli yemeniti hanno preso di mira le navi in transito nel Mar Rosso.
L'obiettivo della nuova operazione sarebbe stato un impianto radar nello Yemen. Una fonte del Pentagono ha spiegato che il nuovo attacco intende completare i danni alla capacità degli Houti di mettere nel mirino le navi in transito nel Mar Rosso provocati dal bombardamento di venerdì.
"Questo attacco è stato condotto dalla Uss Carney (DDG 64) con missili Tomahawk da attacco terrestre ed è stato un'azione successiva su un obiettivo militare specifico associato agli attacchi effettuati il 12 gennaio per ridurre la capacità degli Houti di attaccare i trasporti marittimi, compresi quelli commerciali", ha dichiarato il Comando Centrale degli Stati Uniti in un comunicato pubblicato su X.
E se gli Houthi dovessero attaccare ancora "possono aspettarsi ulteriori attacchi dalla coalizione a guida americana, che sicuramente ha ora ottime informazioni di intelligence sulle loro basi, sui depositi di stoccaggio, le postazioni di lancio e così via", ha detto il generale americano David Petraeus.
"Gli Houthi hanno già detto che risponderanno, è probabile che vedremo nuovi attacchi da parte loro. Ma non sappiamo ancora l'entità dei danni inflitti al loro arsenale di missili e droni. I raid sono stati significativi: ben più di 100 munizioni contro una sessantina di obiettivi in 16 diversi siti. E il danno dev'essere stato considerevole, anche se sospetto che il processo di valutazione dell'impatto delle bombe sia ancora in fase di finalizzazione".
Gli Houthi hanno sottolineato che gli attacchi statunitensi sullo Yemen non hanno alcun impatto sui raid del gruppo contro le navi affiliate a Israele. Il portavoce Mohammed Abdulsalam, ha detto che gli attacchi statunitensi allo Yemen, compreso l'ultimo contro una base militare a Sanaa, non hanno alcun impatto significativo sulle capacità del gruppo di continuare a impedire alle navi affiliate a Israele di attraversare il Mar Rosso e il Mar Arabico.