Agi - Human Rights Watch accoglie con favore l’iniziativa del Sudafrica che, davanti alla Corte Internazionale di Giustizia, a L’Aja, in Olanda, ha accusato Israele di genocidio contro il popolo palestinese a Gaza, e invita altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti, a dare il proprio sostegno.
E’ quanto ha dichiarato Tirana Hassan, direttrice dell’organizzazione non governativa internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani. “Il crimine del genocidio - ha spiegato al Palazzo di Vetro nel corso della presentazione del report annuale - è una sfida molto alta perché devi dimostrare la volontà di distruggere un gruppo nel suo complesso o in parte. Ecco perché questo caso è molto importante”.
“Il Sudafrica - ha aggiunto - sta essenzialmente chiedendo alla Corte di determinare se le operazioni militari di Israele a Gaza hanno violato la Convenzione sul Genocidio del 1948 (un trattato internazionale che mette al bando il genocidio e obbliga gli Stati a rispettare il divieto, ndr) e se hanno mancato di prevenire il genocidio. La situazione è talmente grave che non importa se Human Rights Watch approvi il caso o no”.
“Noi - ha però sottolineato Hassan - diamo il nostro sostegno e pensiamo che altri Paesi, inclusi gli Stati Uniti, dovrebbero darlo e assicurare che Israele rispetti le decisioni della Corte”. Il fatto, ha aggiunto, che “Israele stia attivamente partecipando a questa procedura è un segno che Israele stessa è obbligata a rispettare le decisioni della Corte e ne riconosce la legittimità. Ogni decisione può lasciare una macchia sulla sua reputazione”.
Riguardo quello che si può fare, in caso di condanna di Israele da parte della Corte Internazionale, Human Rights Watch ritiene che, pur tra le difficoltà, ci siano gli strumenti. “Il passaggio successivo - ha spiegato Hassan - è andare al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ma ci sono molti altri passi che possono essere presi. Stati e Stati membri dell’Onu possono usare la decisione della Corte per imporre sanzioni e misure di embargo”.