AGI - L'ex presidente Usa, Donald Trump, è tornato stamani in Corte federale a Washington per chiedere l'immunità e evitare di essere processato con l'accusa di aver tentato di sovvertire il risultato delle presidenziali del 2020. Presente anche il super procuratore Jack Smith, che guida le indagini federali su Trump. La corte d'appello è composta da tre giudici, due di nomina democratica e uno scelto dai repubblicani.
Gli avvocati del tycoon sostengono di aver diritto all'"immunità assoluta" in quanto Trump, nel 2020, aveva agito nel pieno delle sue funzioni di presidente degli Stati Uniti, che si sentiva defraudato della vittoria. Nelle 45 pagine di incriminazione rilasciate ad agosto dal super procuratore Jack Smith, il tycoon appare al centro di una campagna illegale tesa a bloccare il trasferimento democratico di poteri e riconoscere la vittoria del suo avversario.
Smith ha accusato Trump di aver frodato gli Stati Uniti e di aver commesso altri crimini. L'interferenza nelle elezioni è solo uno dei molti capi d'accusa, più di novanta, che hanno finora raggiunto il tycoon. "Mai - ha sostenuto in apertura di udienza James Pearce, che rappresenta l'ufficio del super procuratore - nella storia della nostra nazione, fino a questo caso, ha avuto un presidente reclamare l'immunità ben oltre il tempo del suo incarico".
Il magnate è il grande favorito delle primarie repubblicane per le elezioni presidenziali di novembre.