AGI - Nel 2025 visitare l'Acropoli, ad Atene, costerà tantissimo. Il governo greco ha reso noto di voler aumentare i prezzi dei biglietti per il suo monumento più famoso e popolare. Tra poco più di un anno e mezzo, la misura entrerà in vigore il primo aprile, bisognerà spendere 30 euro (33 dollari) per accedere al sito. Oggi il costo è pari a 20 euro, con un ribasso a10 euro nei mesi di bassa stagione.
Il Consiglio archeologico statale ha approvato all'unanimità l'aumento generalizzato dei prezzi dei biglietti per circa 350 siti e musei archeologici del Paese. In un comunicato, ha sottolineato che le ultime modifiche erano state effettuate 5 anni prima e che le tariffe attuali sono "troppo basse rispetto alla media europea". I visitatori, provenienti dalla Ue e di età non superiore ai 25 anni possono ancora entrare gratuitamente, così come i visitatori extra Ue di età sotto i 18 anni.
Il Consiglio ha inoltre dichiarato che saranno offerte visite private dell'Acropoli per gruppi di massimo cinque persone, prima e dopo l'orario di visita generale. Secondo quanto riportato, questo servizio costerà 5.000 euro.
L'Acropoli è il sito archeologico più popolare della Grecia, con oltre tre milioni di visitatori lo scorso anno. Il governo conservatore greco è stato criticato per aver cercato di aumentare la gestione privata dei musei e dei siti antichi del Paese, principalmente gestiti dallo Stato, che l'anno scorso hanno guadagnato oltre 121 milioni di euro. Martedì scorso, le guardie di pattuglia dell'Acropoli hanno scioperato per un giorno contro il progetto di assegnare i compiti di controllo dei biglietti ad appaltatori privati.
Lo scorso febbraio, inoltre, il governo ha approvato una nuova legge che consente l'esposizione di rare antichità al di fuori del Paese, con l'allarme degli archeologi preoccupati perché tutto ciò potrebbe portare a una "esportazione" a lungo termine di oggetti preziosi.
L'iniziativa consente a cinque dei principali musei del Paese - che custodiscono alcuni dei manufatti antichi più ambiti - di creare filiali satellite al di fuori della Grecia. La decisione è stata presa mentre il governo greco è impegnato in colloqui con il British Museum per la possibile restituzione dei marmi del Partenone, dopo decenni di dispute tra Atene e Londra.