AGI - Proseguono i bombardamenti e le operazioni di terra nella Striscia di Gaza, nonostante le pressioni internazionali per risparmiare i civili nel territorio palestinese assediato. La campagna israeliana per sradicare i militanti di Hamas che si sono resi responsabili di un massacro il 7 ottobre ha ucciso quasi 20.000 persone a Gaza, secondo il ministero della Sanità palestinese.
Sotto pressione dall'estero per evitare di uccidere innocenti, il primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che la guerra non si fermerà fino a quando Hamas, sostenuto dall'Iran, non rilascerà gli altri 129 ostaggi che detiene a Gaza e il gruppo islamista non sarà annientato.
Il voto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per organizzare la consegna degli aiuti è stato rinviato a oggi, mentre proseguono i colloqui per cercare di evitare il terzo veto degli Stati Uniti all'azione sulla guerra Israele-Hamas, che dura da due mesi. Inizialmente, il Consiglio dei 15 membri avrebbe dovuto votare una risoluzione, redatta dagli Emirati Arabi Uniti, lunedì. Ma la risoluzione è stata ripetutamente rinviata perchè, secondo i diplomatici, gli Emirati Arabi Uniti e gli Stati Uniti stanno trattando per concordare un linguaggio che citi la cessazione delle ostilità e la proposta di istituire un monitoraggio degli aiuti da parte delle Nazioni Unite.
Intanto Israele, secondo quanto riporta il 'Jerusalem Post', ha informato il Qatar che sarebbe pronto per una tregua di almeno una settimana nei combattimenti a Gaza in cambio del rilascio di circa 40 ostaggi detenuti da Hamas. E il leader di Hamas Ismail Haniyeh si recherà oggi in Egitto per discutere di una tregua.
Secondo alcune fonti, dovrebbe tenere colloqui con il capo dell'intelligence egiziana, Abbas Kamel, "per fermare l'aggressione e la guerra, al fine di preparare un accordo per il rilascio dei prigionieri (palestinesi) e la fine dell'assedio imposto sulla Striscia di Gaza".
Cresce anche la preoccupazione che il conflitto possa estendersi, soprattutto a causa degli attacchi alla navigazione internazionale nel Mar Rosso da parte dei ribelli Huthi in Yemen, che come il movimento islamista palestinese sono sostenuti dall'Iran.
Il presidente israeliano Isaac Herzog, incontrando un gruppo di ambasciatori da 80 Paesi, ha detto che Israele è "pronto" per una nuova tregua che "permetta il rilascio degli ostaggi".
Il capo di Stato ha messo l'accento sugli sforzi umanitari, esortando le agenzie internazionali a fare di più per facilitare la consegna di aiuti nella Striscia.
"La quantità di aiuti umanitari può essere triplicata istantaneamente", ha dichiarato Herzog, sostenendo che le autorità israeliane hanno ispezionato ogni giorno centinaia di camion al valico di Nitzana, ma che le agenzie Onu e altre presenti sul campo non sono riuscite a tenere il passo, permettendo l'ingresso nell'enclave palestinese a soli 100-125 mezzi al giorno. Affermazioni respinte dall'Onu, che ha puntato il dito contro i bombardamenti israeliani che rendono molto difficile la consegna in sicurezza degli aiuti.
Il ministro degli Esteri britannico, David Cameron si recherà in Giordania e in Egitto questa settimana proprio per sollecitare un cessate il fuoco sostenibile e ulteriori pause umanitarie a Gaza.
Intanto, secondo quanto riporta il quotidiano israeliano 'Haaretz', le Brigate Al Quds, l'ala armata dell'organizzazione terroristica palestinese della Jihad Islamica, hanno pubblicato un video di due ostaggi israeliani - Gadi Mozes, 79 anni, e Elad Katzir, 47 anni - che sono stati rapiti da Nir Oz il 7 ottobre. La moglie di Mozes, Efrat, è stata uccisa nell'attacco di Hamas. La madre di Katzir, Hannah, anch'essa rapita, è stata rilasciata il mese scorso. Suo padre, Rami, è stato ucciso.
Le famiglie dei due ostaggi hanno chiesto ai media israeliani di non pubblicare il video.