AGI - Alla fine il tanto atteso evento c'è stato. Non il temuto terremoto, ma una spettacolare eruzione pur se vicina a una centrale elettrica minacciata ora da geyser di lava fusa. Dopo settimane di intensa attività sismica a sud-ovest di Reykjavik, a soli tre chilometri dal porto di pescatori di Grindavik, sulla penisola di Reykjanes, è iniziata l'eruzione.
Le autorità hanno costruito rinforzi attorno all'impianto geotermico di Svartsengi, che fornisce elettricità e acqua a 30.000 persone nella penisola. Lo streaming dell'eruzione mostra getti di lava che fuoriescono da uno squarcio nel terreno, circondati da nuvole fluttuanti di fumo rosso contro il cielo scuro del mattino, dove il sole di dicembre sorge solo intorno alle 11.
"Speriamo per il meglio, ma è chiaro che si tratta di un'esplosione considerevole", ha scritto su Facebook il primo ministro Katrin Jakobsdottir. Da settimane si prevedeva un'eruzione nell'area a circa 40 chilometri dalla capitale e le autorità avevano evacuato migliaia di persone e chiuso il centro termale geotermico Blue Lagoon famoso per le sue acque turchesi.
La lava fuoriesce d una fessura lunga circa quattro chilometri la cui estremità meridionale è per l'appunto a soli tre chilometri dal porto di Grindavik. Sopo quattro ore l'intensità dell'eruzione si è stabilizzata e l'attività ha cominciato a diminuire.
"Ora aspettiamo di vedere cosa hanno in serbo le forze della natura", ha scritto il presidente islandese Gudni Johannesson su X. Vidir Reynisson, capo del Dipartimento della Protezione Civile, ha invitato la gente a stare lontano dalla zona, avvertendo che "non si tratta di un'eruzione turistica". Il vulcano, a cui non è stato ancora assegnato un nome, si trovava vicino alla fila di crateri Sundhnukagigar.
A differenza di un'altra grande eruzione islandese nel 2010 che ha bloccato migliaia di voli in tutta Europa e Nord America, questa non ha creato un pennacchio di cenere e l'aeroporto internazionale di Reykjavik è rimasto aperto. Da ottobre sono stati rilevati migliaia di terremoti nella penisola di Reykjanes, possibili precursori di un'imminente eruzione vulcanica.
"Al momento non c'è alcun rischio immediato che le infrastrutture siano minacciate", ha detto Fannar Jonasson il sindaco di Grindavik, da dove più di un mese fa sono state evacuate 4.000 persone. La serie di piccoli terremoti - a volte centinaia al giorno - ha danneggiato strade ed edifici. Da allora le autorità hanno organizzato viaggi occasionali nel villaggio, scortando coloro che abitavano nelle zone più pericolose per permettere loro di portare via di tutto, dagli animali domestici agli album fotografici, a mobili e vestiti.
Le eruzioni vulcaniche non sono rare in Islanda, che ospita 33 sistemi vulcanici attivi, il numero più alto in Europa. Ma la penisola di Reykjanes non registrava eruzioni da otto secoli.I vulcanologi affermano che questo potrebbe essere l'inizio di una nuova era di attività nella regione.
Nel 2010, l'eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajokull, da tempo dormiente e ricoperto di ghiaccio, ha sparato enormi quantità di cenere nell'atmosfera, costringendo alla cancellazione di circa 100.000 voli e lasciand a terra più di 10 milioni di viaggiatori. Situata nel Nord Atlantico, l'Islanda si trova a cavallo della dorsale medio atlantica, una fessura nel fondale oceanico che separa le placche tettoniche eurasiatica e nordamericana.