AGI - "Ogni nostro respiro consuma energia, ogni metro percorso con l'automobile, ogni sbatter d'ali o di ciglia. Ogni movimento o pensiero, per quanto impercettibile. L'energia è la forza invisibile del mondo, tanto di quello naturale quanto di quello antropico, l'alfa e l'omega dell'alfabeto del reale".
Queste righe sintetizzano il senso dell'ultimo libro di Donato Bendicenti, Scintille - l'avventura dell'energia in Europa dalla scissione dell'atomo alla rivoluzione verde (Luiss University Press, 192 pp - euro 17), in cui il responsabile della sede Rai a Bruxelles racconta, con la puntualità del cronista, gli ultimi tre anni dell'Unione europea ma riflette sul passato degli ultimi trent'anni e, soprattutto, su quello che sarà - o dovrebbe essere - il futuro dei prossimi trenta dal punto di vista energetico.
Con analisi non solo politiche ma anche storiche e filosofiche. Con la prefazione della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e gli interventi del commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, e dei ministri Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e sicurezza energetica) e Raffaele Fitto (Affari europei e Pnrr), il saggio traccia un quadro della situazione energetica del Continente e delle sfide che gli ultimi stravolgimento geopolitici gli pongono: dall'invasione russa all'Ucraina - che ha costretto a rinunciare alle preziose importazioni energetiche - alla corsa verso la decarbonizzazione dettata dal clima ma anche dalla politica. E qui il dilemma su come sostituire i fossili senza mettere a rischio la competitività, facendo i conti con i rivali a Occidente (Stati Uniti e America Latina) e Oriente (Cina e India). Fondamentale il ruolo che avranno le rinnovabili, l'idrogeno e anche - quasi soprattutto - il nucleare. Con la perenne ombra che echeggia ancora da Chernobyl, a cui viene dedicato ampio spazio nel racconto, con un'analisi del "sogno comunista o l'incubo in cui si era tramutato".
L'energia - scrive Metsola nella prefazione - "è - ed è sempre stata - politica. La Russia lo ha capito da decenni. Il nostro obiettivo comune e assoluto deve essere la sicurezza energetica, certo. Ma non possiamo dimenticare che, come in un triangolo equilatero, ci sono altri due segmenti, con i loro rispettivi apici" e sono "la sostenibilità e la competitività".
Proprio la Russia, che da decenni è stata fedele fornitore di energia fossile al blocco europeo, con la sua guerra all'Ucraina ha spinto l'accelerazione della transizione green dell'Unione europea. Non senza costi né sacrifici. Collettivi e personali. E Bendicenti li narra nel suo libro.
Non solo ripercorre la lunga e difficile negoziazione che ha portato i ventisette Stati europei a concordare un tetto al prezzo del gas ma raccoglie anche le testimonianze di come Governi e famiglie si siano adattati ad affrontare i rincari vertiginosi delle bollette. Per l'ambasciatore Piero Benassi - allora rappresentante permanente dell'Italia presso l'Ue - "la crisi configura un primo cambio sistemico dal punto di vista economico del Continente".
Questo è il passato. Il futuro è fatto di investimenti - a partire da Next Generation e Repower Eu - e ricerca - dall'idrogeno verde al nucleare di ultima generazione. "Secondo i calcoli dei miei uffici, come Unione europea abbiamo bisogno di 477 miliardi all'anno di investimenti aggiuntivi rispetto a quelli che sono già in campo. Il che vuol dire che, se vogliamo rispettare gli obiettivi da qui al 2030, quelli del famoso Fit for 55, il complesso degli investimenti per la transizione climatica deve essere nell'ordine dei 1.200, 1.300 miliardi", racconta Gentiloni nel suo intervento. L'interrogativo che pone l'ex premier italiano è "che cosa succede dopo Next Generation Eu?". Nel libro qualche previsione c'è.