AGI - Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha lasciato prima del termine una riunione di gabinetto per parlare al telefono, per 50 minuti, con il presidente russo Vladimir Putin.
Lo ha riferito un portavoce del capo di governo, citato dal Times of Israel. La telefonata - la seconda tra i due leader dall'inizio della guerra il 7 ottobre - arriva in un momento di tensione con la Russia per la sua ferma posizione anti-israeliana nella guerra contro Hamas, e dopo che venerdì l'ambasciatore di Mosca ha espresso commenti duri contro lo Stato ebraico alle Nazioni Unite.
Gli scontri nella Striscia avanti per altri due mesi
Potrebbero andare avanti ancora per altri due mesi gli intensi scontri nella Striscia di Gaza tra le forze israeliane e Hamas. Lo riportano fonti israeliane citate da Times of Israel che cita l'emittente pubblica Kan. Dopo tale periodo non ci sarà più alcun cessate il fuoco, dicono le fonti, con operazioni localizzate condotte da forze che rimarranno nelle vicinanze della Striscia.
Nei prossimi due mesi ci saranno tentativi di portare avanti ulteriori accordi per rilasciare più ostaggi, affermano le fonti. Ad un certo punto nei prossimi due mesi, Israele consentirà ad alcuni residenti di Gaza di tornare alle loro case, riferisce Kan, affermando che questa e' "una richiesta degli Stati Uniti e anche una necessità operativa".
Il veto degli Usa
Israele ha intensificato la sua offensiva contro Hamas a Gaza, dopo che gli Stati Uniti hanno bloccato una risoluzione delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco immediato, dopo più di due mesi di guerra. Il governo del premier Benjamin Netanyahu è sotto pressione affinché faccia di più per proteggere i civili, mentre persegue la missione di "sradicare" Hamas dalla Striscia.
Anche il suo principale alleato, gli Stati Uniti, affermano che esiste un "divario" tra ciò che le autorità israeliane dicono e ciò che stanno facendo. Tuttavia, ieri sera gli Stati Uniti hanno posto il veto a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che chiedeva un "cessate il fuoco immediato". Altri 13 membri del Consiglio hanno sostenuto la risoluzione, mentre il Regno Unito si è astenuto, a riprova delle crescenti preoccupazioni internazionali per la disperata situazione umanitaria a Gaza.
Hamas e l'Autorità palestinese, che governano rispettivamente Gaza e Cisgiordania, hanno condannato il veto americano in un momento in cui, secondo il movimento islamista, sono 17.487 le persone uccise dall'offensiva israeliana, in maggioranza donne e minori. Nel Sud di Gaza, un bombardamento israeliano a Khan Younis ha provocato questa mattina sei morti e altre cinque persone sono rimaste in un altro attacco a Rafah, ha fatto sapere ministero della Sanità di Hamas. Israele bombarda Gaza dal 7 ottobre, in risposta all'attacco lanciato dai miliziani di Hamas contro il suo territorio e in cui sono state uccise circa 1.200 persone, per lo più civili, e rapite altre 240.
Del numero totale degli ostaggi, circa 138 rimangono prigionieri. L'offensiva, che dal 27 ottobre prevede anche operazioni di terra, ha ridotto in macerie l'enclave palestinese dove secondo il segretario generale Onu, Antonio Guterres, tutto il sistema di aiuti umanitari "rischia il collasso". Secondo le Nazioni Unite, più della metà delle case sono state distrutte o danneggiate e 1,9 milioni di persone, l'85% della popolazione, è sfollata.
Guterres: "Onu paralizzata ma non mi arrendo"
Il Consiglio di sicurezza dell'Onu e' "paralizzato dalle divisioni geostrategiche" che stanno minando le soluzioni alla guerra tra Israele e Hamas. Lo ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, parlando al Forum di Doha, in Qatar. "L'autorita' e la credibilita' dell'organismo sono state gravemente minate" dal ritardo nella risposta al conflitto, ha affermato, commentanto il veto degli Stati Uniti che ha impedito una risoluzione che chiedeva un cessate il fuoco a Gaza. "Ho ribadito il mio appello affinché venga dichiarato un cessate il fuoco umanitario", ha detto Guterres. "Purtroppo il Consiglio di Sicurezza non e' riuscito a farlo", ha aggiunto. "Posso promettere che non mi arrendero'."
A Gaza la metà della popolazione muore di fame
Metà della popolazione a Gaza sta morendo di fame. Lo afferma alla Bbc Carl Skau, vicedirettore del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, secondo cui solo una frazione delle forniture necessarie e' riuscita ad entrare nella Striscia e nove persone su 10 non possono mangiare tutti i giorni. Le condizioni a Gaza hanno reso le consegne "quasi impossibili", ha detto Skau.
Oms: "Impatto catastrofico sulla salute"
La guerra tra Israele e Hamas "sta avendo un impatto catastrofico sulla salute nella Striscia di Gaza". Lo ha affermato il capo dell'Organizzazione mondiale della sanita' Tedros Adhanom Ghebreyesus. "L'impatto del conflitto sulla salute e' catastrofico" e gli operatori sanitari stanno svolgendo un lavoro impossibile in condizioni inimmaginabili, ha dichiarato il direttore generale dell'agenzia sanitaria delle Nazioni Unite all'apertura di una sessione speciale del comitato esecutivo dell'Oms convocata per discutere le condizioni sanitarie nei territori palestinesi.