(AGI) - Dopo l'ondata (peraltro ancora non esaurita) di polmoniti pediatriche in Cina, con la richiesta dell'Oms a Pechino di attivare misure anti-contagio per contenere i ricoveri, anche negli Stati Uniti si fa strada il timore di una nuova epidemia d'infezioni respiratorie che colpirebbe soprattutto i bambini.
Il primo a lanciare l'allarme, già all'inizio della settimana, è stato l'Ohio dove, in alcune contee, sono aumentati vertiginosamente, e nel giro di pochissimi giorni, sia i contagi tra bambini che i ricoveri per complicanze da infezioni respiratorie. Dati aggiornati ieri riportavano ben 145 casi di "sindrome dei polmoni bianchi" - così è stata chiamata - infezione che colpisce soprattutto bambini dai 3 ai 14 anni.
L'allerta è stata presa talmente sul serio da costringere le autorità sanitarie dell'Ohio a rendere pubbliche una serie di precisazioni: per esempio, che i casi di polmonite pediatrica provocano tosse, febbre e affaticamento (quindi sintomi non troppo dissimili da quelli influenzali). Inoltre, nella maggior parte dei casi si tratta, secondo i medici, di polmoniti batteriche che possono essere trattate con antibiotici, evitando il ricovero in ospedale.
Le rassicurazioni, tuttavia, non sono servite del tutto perché, nel mentre, sono stati registrati numerosi casi di polmonite pediatrica anche in Massachusetts. Dopo la ripresa dei contagi da Covid, l'epidemia cinese di polmonite e l'arrivo (negli Usa e in Europa) dei nuovi virus influenzali stagionali, il propagarsi dell'impennata dei focolai, dall'Ohio al Massachusetts, ha messo in agitazione anche il Congresso Usa, come riporta CBS News.
In particolari i deputati al Congresso hanno tenuto a interpellare l'autorevole Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie, il Cdc, che ancora una volta ha dovuto tranquillizzare gli animi chiarendo che le recenti malattie "non sono sospettate di essere un nuovo virus respiratorio", ma sembrano piuttosto riflettere un aumento del numero di "casi tipici di polmonite pediatrica". Cosa ancor più importante, hanno assicurato gli specialisti del Cdc, in un comunicato, "non ci sono prove che questo focolaio sia collegato ad altri focolai, né a livello statale, né a livello nazionale o internazionale".
La dottoressa Mandy Cohen, direttrice del Cdc, è stata sentita nel corso di un'audizione della commissione parlamentare: "Quello che sappiamo, sempre a oggi, è che non crediamo che si tratti di un nuovo patogeno", ha affermato puntando piuttosto il dito contro un insieme di concause esistenti ovvero "Covid, influenza, virus respiratorio Rvs e micoplasma", un tipo di batterio che può causare polmonite.
Come fermare i contagi? Vaccinandosi, ha ribadito la dottoressa, e sottoponendosi subito a test per ricevere cure quando l'infezione è nelle fasi iniziali"