AGI - Dopo 13 anni guidati dal premier Mark Rutte, gli olandesi voltano pagina: se gli exit poll saranno confermati, il Partito per la Libertà (Pvv) di Gert Wilders, populista, islamofobo e di estrema destra, ha vinto le elezioni.
Il 'Trump olandese", il 60enne dalla folta chioma ossigenata, è comunque ben lungi dall'essere sicuro di diventare premier.
Il Pvv è in testa negli exit poll condotti dall'agenzia di ricerca Ipsos (istituto di sondaggi che nelle scorse tornate si è sempre dimostrato affidabile): dovrebbe ottenere 35 seggi (in sostanza ha raddoppiato i deputati rispetto alle ultime elezioni, nel 2021, quando si fermò a 17). Molto indietro tutti gli altri. L'alleanza progressista GroenLinks-PvdA dell'ex vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, ha 26 seggi (in precedenza, Verdi e laburisti avevano insieme 17 seggi) e il conservatore VVD di Dilan Yesilgoz ne ha 23: è il partito dell'ex premier Mark Rutte che ha subito un tracollo visto che nel 2021 aveva 34 deputati. Il partito Nsc (Nuovo Contratto Sociale), fondato appena ad agosto dall''ex cristiano-democratico Pieter Omtzigt, è quarto con 20 seggi.
I sondaggi prima delle elezioni davano un emozionante testa a testa tra la destra populista, la prima alleanza rosso-verde e il partito VVD di Rutte (che da qualche mese per la prima volta ha una donna al timone). Ma il Pvv di Wilders ha continuato a salire continuamente nei sondaggi nelle ultime settimane. Attivista anti-Islam che ha promesso di vietare il Corano e le moschee, Wilders in campagna elettorale ha comunque moderato i toni, sostenendo che l'Islam non è una priorità, ma assicurando che vuole comunque chiudere le frontiere ai richiedenti asilo.
Farà comunque fatica a trovare partner di coalizione per formare un governo. Il numero magico è 76 seggi, tanti sono necessari per la maggioranza sui 150 totali in Parlamento. E nessuno dei leader degli altri tre principali partiti in campagna elettorale si è detto disponibile a governare con lui.
Se i risultati fossero confermati sarebbe un terremoto destinato ad avere ripercussioni anche oltre confine. Non è un caso che il voto era guardato con grande attenzione anche Bruxelles dove il premier uscente, Mark Rutte, ha sempre giocato un ruolo di primo piano anche in contrasto con i paesi della sponda Sud dell'Unione. Ed era guardato anche con apprensione visto che il PVV ha promesso un referendum sull'adesione dei Paesi Bassi all'Unione europea.
Non è un caso che il premier nazionalista ungherese Viktor Orban abbia salutato con entusiasmo "il vento del cambiamento" e il vice-premier Matteo Salvini abbia detto che "una nuova Europa è possibile".