AGI - Con gli ospedali e il sistema sanitario al collasso, a Gaza tantissimi neonati, con meno di 3 mesi di vita, stanno morendo per cause del tutto prevenibili come diarrea, ipotermia, disidratazione e infezioni. È l'allarme lasciato da Oxfam, di fronte alla catastrofe umanitaria in corso, che sta costringendo la popolazione a sopravvivere in condizioni sempre più disperate.
"Tante madri in questo momento non possono contare su quasi nessun supporto medico e sono costrette ad andare avanti senza acqua, servizi igienici, riscaldamento e cibo - spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia - Se anche la pausa umanitaria di quattro giorni sarà mantenuta, non basterà assolutamente per far fronte agli immensi bisogni della popolazione".
Una situazione drammatica
Senza attrezzature vitali e supporto medico, i bambini nati prematuri e sottopeso hanno pochissime se non nessuna possibilità di sopravvivere, prosegue l'Ong. Juzoor, organizzazione partner di Oxfam, tra le poche che ancora operano nel nord di Gaza riferisce di una situazione drammatica.
Al momento ci sono 500 donne incinte tra le 35.000 persone stipate in 13 rifugi privi di acqua potabile e servizi igienici, con 600 persone costrette a condividere un solo bagno. Le nascite premature sono aumentate del 25-30% a cause delle condizioni di incredibile stress a cui sono sottoposte le donne: costrette spesso a fuggire e camminare per lunghe distanze per salvarsi dai bombardamenti o a sopravvivere in centri sovraffollati.
In questo contesto, ad esempio, nel nord di Gaza i casi di distacco della placenta durante la gravidanza sono più che raddoppiati, mettendo a rischio la sopravvivenza di madri e figli. "Nell'ultimo mese abbiamo perso almeno un bambino in ogni rifugio, ed è una cosa straziante. - aggiunge Umaiyeh Khammash, direttore di Juzoor - L'accesso agli ospedali è estremamente pericoloso o impossibile, per cui molte donne sono costrette a partorire nei rifugi spesso senza aiuto.
Il cibo sta finendo e tra poco le scorte saranno esaurite. Gli ospedali e i centri per sfollati nel nord di Gaza sono senza riscaldamento ed elettricita'. Intanto l'inverno sta arrivando e fa sempre più freddo. È una situazione disastrosa per tutti i pazienti, ma soprattutto per le donne incinte".
La maggior parte degli ospedali nel nord di Gaza, spiega l'Oxfam, in questo momento non riesce a fornire assistenza medica a causa degli attacchi in corso e i pochi rimasti in funzione nel sud sono presi d'assalto e privi delle attrezzature essenziali.
Il tutto in un contesto, dove già prima del conflitto in corso, si registrava uno dei tassi di mortalità neo-natale più alti al mondo, pari al 68% di tutti i decessi infantili.
"I nostri partner ci raccontano che in alcuni casi le madri sono costrette a partorire in stanze sovraffollate con fino a 70 persone stipate insieme, senza assistenza medica e condizioni igieniche minime, nessuna dignità. Quanto sta accadendo è semplicemente disumano e credo che su questo possiamo essere tutti d'accordo", conclude Pezzati.