AGI - A Parigi e in 410 comuni dell'hinterland parigino è vietato consumare uova prodotte da allevamenti domestici di galline per l'alta concentrazione di sostanze inquinanti e tossiche, dannose alla salute umana. Lo riferisce il quotidiano 'Le Parisien' rilanciando l'allarme sulla qualità delle uova nell'Ile de France diramato dall'Agenzia sanitaria regionale (Ars) dopo aver reso note le conclusioni di uno studio approfondito.
Le analisi della materia prima hanno individuato una "contaminazione generalizzata" con "inquinanti organici persistenti nei terreni e nelle uova di galline da allevamenti domestici", sia a Parigi che nei dipartimenti dell'hinterland.
In causa nell'inquinamento e' l'inceneritore di rifiuti di Ivry-sur-Seine, uno degli impianti più grandi d'Europa, con una capacità di trattamento pari a 730mila tonnellate annue e costruito vicinissimo alle case e ai fiumi, nella prima cintura parigina. "Si tratta di diossine, furani, policlorobifenili e perfluoroalchiliche (Pfas)", recita il comunicato dell'Agenzia sanitaria regionale. In effetti, il consumo regolare, "piu' volte alla settimana e per diversi anni", di uova prodotte nei pollai domestici comporta "una sovraesposizione agli agenti inquinanti rispetto alla popolazione generale e quindi un aumento del rischio di sviluppare effetti sulla salute", sottolinea l'istituzione competente.
Le restrizioni riguardano l'agglomerato di Parigi, ossia 410 comuni: oltre la Capitale, l'insieme delle città di Seine-Saint-Denis, Hauts-de-Seine, Val-de-Marne, alcuni comuni di Seine-et-Marne, Yvelines, d'Essonne e Val-d 'Oise. Lo scorso aprile, lo stesso provvedimento riguardava invece l'integralità di tutti i comuni, pertanto la situazione sarebbe maggiormente sotto controllo e meno preoccupante rispetto altri precedenti episodi allarmanti, sempre per uova contaminate.
Gli inquinanti rilevati hanno, in particolare, "un potenziale effetto di disturbo endocrino che può provocare malattie croniche e agire sullo sviluppo delle funzioni riproduttive e immunitarie". Bambini, donne incinte e quelle che allattano sono particolarmente esposti al rischio sanitario, ma la raccomandazione riguarda comunque l'intera popolazione dei 410 comuni interessati. Il consumo di uova provenienti da pollai domestici meno di una volta alla settimana resta "possibile ma particolarmente sconsigliato" per queste tre categorie di popolazione.