AGI - Un 'tinder' per il mercato europeo del lavoro che, invece di facilitare incontri, faciliti le assunzioni di personale extracomunitario competente. È l'ultima trovata della Commissione Europea alla luce di statistiche che registrano l'inesorabile crollo della forza lavoro europea sulla scia del calo demografico del continente Un declino che - stando alle stime riviste da Eurostat - potrebbe vedere la popolazione europea ridursi del 6% (cioè di circa 30 milioni di persone) entro il 2100, passando da 447 milioni di abitanti attuali a circa 416 milioni.
Bruxelles, ben cosciente che il problema non è risolvibile con mezzi tradizionali, sta quindi mettendo a punto una app che - come il celebre tinder per gli incontri - combini la forza lavoro extracomunitaria con la richiesta del mercato, a seconda dei profili e delle qualifiche richieste dalle aziende che ne faranno uso.
È stata la commissaria europea per gli affari interni, Ylva Johansson, a presentare la piattaforma Talent Pool come il "Tinder per cercare lavoro nell'Ue", riferendosi alla celebre app di incontri ed evocando l'emergenza manodopera come una spada di Damocle sulle prospettive di crescita europee. A suo avviso, infatti, è evidente che l'Europa avrà sempre più bisogno di manodopera extracomunitaria: già oggi - ha evidenziato - se venissero meno i 10 milioni di lavoratori provenienti da Paesi terzi, l'economia europea "si fermerebbe".
La sfida cruciale per il futuro dell'Ue è quindi quella di riuscire a coinvolgere il potenziale di forza lavoro europea oggi inutilizzato e, parallelamente, intercettare talenti fra i migranti, ovvero tra quelle persone che oggi rischiano maggiormente di restare ai margini del mercato del lavoro e della società.
La piattaforma in cantiere, basata sull'attuale piattaforma Eures, mira a facilitare il processo di riconoscimento e convalida delle qualifiche acquisite in uno Stato extra Ue oltre che a rendere più accessibili i percorsi di formazione e lavoro e incentivare la mobilità delle competenze e dei talenti. Obiettivo, ha sottolineato la commissaria, “rendere l’Ue più attraente per i talenti provenienti da Paesi terzi". Si calcola infatti che l'Unione abbia bisogno di aggiungere 7 milioni di lavoratori circa al suo mercato del lavoro per rispondere adeguatamente alla contrazione delle nascite.