AGI - L'Austria risarcirà migliaia di persone condannate e perseguitate ingiustamente per omosessualità fino agli anni 2000. Nonostante la depenalizzazione dei rapporti tra persone dello stesso sesso che in Austria risale al 1971, Vienna ha infatti riconosciuto che, a causa di "eccezioni legali discriminatorie", circa 11mila persone hanno subito danni economici o morali, quand'anche pene detentive che oggi sarebbero inammissibili.
In conferenza stampa il ministro della Giustizia Alma Zadic (Verdi) ha quindi annunciato che queste persone potranno presto chiedere un risarcimento, oltre all'annullamento della sentenza, se ne presenteranno istanza. Il risarcimento previsto ammonterà a 3mila euro, con un'aggiunta di 1.500 euro per ogni anno di detenzione.
Anche coloro che sono stati perseguiti ma non condannati riceveranno un risarcimento, soprattutto se hanno subito un danno morale o professionale. "È evidente - ha sottolineato Zadic - che il risarcimento non potrà mai cancellare le sofferenze e le ingiustizie subite, ma è fondamentale che l'Austria, come stato, riconosca finalmente le proprie responsabilità".
Per far fronte alle domande che presumibilmente saranno presentate, il governo ha predisposto uno stanziamento da 33 milioni di euro in una legge ad hoc che "dovrebbe essere approvata dal Parlamento entro la fine dell'anno, per entrare in vigore nel febbraio 2024", ha dichiarato all'Afp un portavoce del Ministero.
Si calcola che in Austria, uno dei Paesi europei più avanzati in materia di diritti civili (dagli anni'70 sono legali le unioni civili tra persone dello stesso sesso e il matrimonio è stato introdotto nel 2019) dopo la depenalizzazione siano state comunque emesse oltre 26mila sentenze di condanna, soprattutto nei confronti di uomini, per questo tipo di reati.