AGI - Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, si è detto "inorridito" dall'attacco israeliano alle due ambulanze che uscivano dall'ospedale di Shifa, nella città di Gaza. Israele ha confermato di aver preso di mira il veicolo ma ha replicato che l'ambulanza era utilizzata "da una cellula terroristica di Hamas".
A sua volta, il movimento islamista ha smentito e sostenuto che l'attacco al convoglio, che doveva portare i feriti fuori dalla Striscia, ha ucciso almeno 15 persone. Secondo Hamas, è stata colpita anche una scuola nel Nord della Striscia che ospitava civili sfollati: uccise almeno 20 persone. Il ministero della Salute a Gaza, gestito da Hamas, ha fatto sapere che il bilancio dei morti è arrivato a 9.488.
E giovedì era stato bombardato l'ufficio dell'Agenzia France Press: nessun danno nè ferito, ma l'Afp è l'unica delle tre principali agenzie di stampa internazionali ad avere un "video in diretta" che trasmette immagini da Gaza City. Il filmato non è stato interrotto nonostante i danni. Un portavoce israeliano ha inizialmente negato che le truppe avessero colpito l'edificio; poi ha chiarito di aver effettuato un attacco ma vicino all'edificio.
Fonti Usa: "Hamas se ne serve per evacuare i miliziani"
L'ambulanza della Mezzaluna Rossa Palestinese (PRCS) colpita dall'aviazione israeliana trasportava armi e miliziani di Hamas. E' la versione fornita da fonti militari dello stato ebraico dopo che anche secondo funzionari statunitensi citati da Haaretz il movimento islamista usa i mezzi di soccorso per portare i suoi uomini dalla Striscia di Gaza in Egitto attraverso il valico di Rafah.
Un giornalista dell'AFP presente sulla scena ha visto diversi corpi accanto all'ambulanza danneggiata fuori dall'ospedale. L'esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito un'ambulanza "utilizzata da una cellula terroristica di Hamas in prossimita' della loro posizione nella zona di battaglia", uccidendo numerosi terroristi.
Un'altra ambulanza, appartenente al ministero della Salute, e' stata "presa di mira" a circa un chilometro dall'ospedale, provocando feriti e danni, ha detto il PRCS. Hamas ha negato che all'interno dei veicoli ci fossero miliziani, sostenendo che invece trasportavano feriti verso il valico di Rafah.
Erdogan rompe con Netanyahu
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato che il premier israeliano Benjamin Netanyahu non è più un suo interlocutore, alla luce della guerra in corso contro Hamas a Gaza che ha provocato finora oltre 9 mila morti palestinesi. La Turchia ha quindi annunciato di aver richiamato in patria per consultazioni il proprio ambasciatore in Israele, Sakir Ozkan Torunlar.
Il ministero degli Esteri israeliano ha risposto, tramite il portavoce Lior Haiat, che questo è "un altro passo del Presidente turco che si schiera con l'organizzazione terroristica Hamas".
Per ora nessuna escalation
Intanto, mentre dal leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, arrivano minacce ma per ora nessuna escalation, prosegue l'offensiva di Israele nella Striscia mentre la speranza in un cessate il fuoco temporaneo è svanita dopo il rifiuto del premier Benjamin Netanyahu, che vuole prima la liberazione degli ostaggi.
A nulla sono valsi gli sforzi di mediazione del segretario di Stato americano, giunto a Tel Aviv per la terza volta dallo scoppio della guerra e che oggi sarà ad Amman per incontrare i Paesi arabi e i palestinesi. "Continuiamo l'offensiva con tutte le nostre forze e Israele rifiuta una tregua temporanea che non includa il rilascio dei nostri ostaggi", ha detto Netanyahu dopo l'incontro con Blinken.
Cosa chiedono gli Usa
Poco dopo il Pentagono ha confermato che sta effettuando voli con droni senza pilota sulla Striscia per aiutare Israele a individuare e liberare i 241 ostaggi presi da Hamas. La mediazione con il movimento islamista, lo hanno confermato fonti dell'amministrazione Biden, è "estremamente lunga e complessa" e necessiterebbe di una pausa nei combattimenti. "Speriamo di dare buone notizie, ma sfortunatamente non possiamo garantirlo", ha detto una fonte della Casa Bianca.
L'amministrazione Biden ha ripetutamente detto di non sostenere il cessate il fuoco, ma ha chiesto "pause" umanitarie, e lo stesso Biden giovedì sera ha chiesto che tacciano le armi per poter liberare gli ostaggi. Blinken, che ha incontrato anche il presidente israeliano Isaac Herzog, ha assicurato che gli Stati Uniti faranno "tutto il possibile" per salvare i rapiti. Blinken ha rinnovato l'appello per "pause umanitarie" allo scopo di consentire ai civili di ricevere gli aiuti.
Una posizione condivisa dall'Onu, dall'Unione Europea, dal Canada e dai Paesi arabi: la conferma che gli alleati stanno passando dal sostegno incondizionato all'autodifesa israeliana alla preoccupazione sempre più accentuata per la crisi umanitaria nei Territori palestinesi. L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, Unrwa, ha avvertito che non può garantire la sicurezza delle centinaia di migliaia di persone che si sono rifugiate nelle strutture delle Nazioni Unite perchè in questo momento "non c'è nessun posto sicuro" nella Striscia.