AGI - Mentre nella Striscia di Gaza continuano i pesanti scontri tra truppe israeliane e miliziani di Hamas, il tour diplomatico del segretario di Stato americano, Antony Blinken, dopo Israele ha toccato Amman, dove ha incontrato il re giordano Abdullah II, i ministri degli Esteri di cinque Paesi arabi e il segretario generale dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Blinken è tornato a chiedere "pause umanitarie" per consentire di prestare soccorso ai civili dell'enclave ma il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, continua a non acconsentire. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha affermato di non ritenerlo più un "interlocutore" e ha richiamato per consultazioni il suo ambasciatore in Israele.
All'incontro con Blinken hanno partecipato i capi della diplomazia di Giordania, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar i quali, insieme al rappresentante palestinese, erano stati ricevuti da Abdullah II che, prima del colloquio con il segretario di Stato Usa, aveva chiesto loro di "coordinarsi per parlare con una sola voce con la comunità internazionale sui pericolosi eventi a Gaza".
L'appello di Blinken
Durante la conferenza stampa successiva al vertice, Blinken, ha rinnovato l'appello per "pause umanitarie" nel conflitto tra Israele e Hamas, allo scopo di consentire ai civili della Striscia di Gaza di ricevere gli aiuti. Il capo della diplomazia di Washington ha inoltre ringraziato il suo omologo di Doha, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, per il suo ruolo nella trattativa per la liberazione degli ostaggi detenuti a Gaza, 60 dei quali, secondo Hamas, sarebbero attualmente dispersi. Al Thani da parte sua, in un bilaterale con Blinken, ha sottolineato che i continui bombardamenti israeliani complicano gli sforzi di mediazione del Qatar.
Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha affermato che le azioni dello Stato ebraico non possono essere accettate come "legittima autodifesa" e ha accusato Israele non solo di prendere di mira i civili in una "punizione collettiva" ma anche di "cercare di forzare l'emigrazione affinché i palestinesi lascino le loro terre".
L'omologo giordano, Ayman Safadi, ha dichiarato che Israele sta "commettendo crimini di guerra" a Gaza e che i bombardamenti in corso non porteranno "né la sicurezza di Israele, né la pace nella regione", che invece "sta affondando in un mare di odio che definirà le generazioni a venire". Il Presidente americano, Joe Biden, ha nondimeno riferito di progressi nell'ottenere la "pausa umanitaria" richiesta da Washington.
"A Gaza muore un bambino ogni 10 minuti"
Gli appelli dei Paesi arabi per un "cessate il fuoco immediato" rimangono per ora inascoltati. I raid israeliani continuano a non dare tregua a una popolazione stremata che, secondo il ministero della Salute controllato da Hamas, piange ormai almeno 9.500 morti, tra cui 3.900 bambini. Ovvero, secondo il capo dell'ufficio stampa di Gaza, Salama Maarouf, "un bambino ogni dieci minuti". E l'afflusso di aiuti umanitari tramite il valico di Rafah, attraversato oggi da trenta camion con cibo e forniture mediche, rimane del tutto insufficiente.
Il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, ha annunciato l'uccisione di 12 comandanti di Hamas e il completamento in pochi giorni dell'accerchiamento di Gaza City. "Durante lo Shabbat, ci sono state feroci battaglie all'interno della Striscia di Gaza. Abbiamo iniziato a combattere all'interno delle aree edificate e l'IDF sta usando tutta la sua forza", ha affermato il ministro. L'obiettivo numero uno rimane Yahya Sinwar, il capo di Hamas nella Striscia di Gaza. "Troveremo Sinwar e lo elimineremo", ha promesso Gallant in una conferenza stampa a Tel Aviv.
Hamas ha oggi annunciato di aver sparato un razzo Ayyash 250, che si ritiene abbia una gittata di 250 chilometri, sulla città di Eilat, all'estremità meridionale di Israele. Immagini rilanciate dai media israeliani mostrano una scia di fumo, che segnalerebbe l'intercettazione del missile. Finora Hamas ha lanciato diversi razzi Ayyash 250, senza provocare feriti o danni.
Guterres "inorridito" dall'attacco alle ambulanze
Nel frattempo il fuoco israeliano continua a colpire infrastrutture civili. Stamane i raid hanno danneggiato anche la scuola cattolica delle Suore del Rosario di Gerusalemme. A far discutere è però soprattutto l'attacco a due ambulanze che uscivano dall'ospedale di Shifa. Israele ha confermato di aver preso di mira il veicolo ma ha replicato che l'ambulanza era utilizzata "da una cellula terroristica di Hamas".
A sua volta, il movimento islamista ha smentito e sostenuto che l'attacco al convoglio, che doveva portare i feriti fuori dalla Striscia, ha ucciso almeno 15 persone. Secondo Hamas, è stata colpita anche una scuola nel Nord della Striscia che ospitava civili sfollati, almeno venti dei quali sono rimasti uccisi. Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, si è detto "inorridito" dall'attacco e definito "strazianti" le immagini dei corpi sparsi fuori dall'ospedale documentate dall'agenzia France Presse, la cui sede di Gaza è stata altresì bombardata.
Lo strappo di Erdogan
Contestato in patria, dove oggi migliaia di manifestanti hanno protestato davanti alla sua residenza ufficiale per chiederne le dimissioni alla luce della sanguinosa incursione di Hamas del 7 ottobre, Netanyahu deve fare i conti anche con lo strappo diplomatico del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, secondo il quale il premier israeliano "non è più un suo interlocutore".
La Turchia ha quindi annunciato di aver richiamato in patria per consultazioni il proprio ambasciatore in Israele, Sakir Ozkan Torunlar. Il ministero degli Esteri israeliano ha risposto, tramite il portavoce Lior Haiat, che questo è "un altro passo del Presidente turco che si schiera con l'organizzazione terroristica Hamas".
Torunlar era stato nominato il 6 ottobre 2022, al termine di un processo di normalizzazione tra i due Paesi durato due anni. Il governo israeliano aveva richiamato in patria i propri diplomatici in Turchia poco meno di due settimane fa, dopo l'avvio della nuova guerra contro Hamas. Proprio Ankara sarà, domani, la prossima tappa della missione di Blinken.