AGI - Sono 60 gli arresti effettuati per i disordini di ieri sera nell'aeroporto di Majachkalà, nel Daghestan, repubblica russa a maggioranza musulmana, dove un centinaio di persone hanno protestato con slogan antisemiti per l'arrivo di un volo da Tel Aviv, invadendo anche la pista. Negli scontri per riportare la calma nello scalo, 9 poliziotti sono stati feriti.
A tracciare un primo bilancio sono le autorità russe. "Più di 150 partecipanti attivi ai disordini sono stati identificati, e 60 di loro sono stati arrestati", ha riferito l'ufficio stampa del ministero russo degli Interni in un comunicato, precisando che 2 dei 9 poliziotti feriti sono in ospedale. Anche tra i civili si contano alcuni feriti.
Nella tarda serata di domenica, l'agenzia aeronautica russa Rosaviatsiya ha annunciato che l'aeroporto era stato liberato e che rimarrà chiuso fino al 6 novembre prossimo. Il governatore del Daghestan ha promesso che i responsabili dell'incidente saranno puniti. Gruppi di manifestanti, molti dei quali intonando "Allahu Akbar" (Dio è grande, ndr.) hanno sfondato porte e barriere, sono corsi sulla pista, come si vede nelle immagini di video diffusi su social e dai media russi RT e Izvestia. Poco dopo Rosaviatsiya ha annunciato la chiusura dello scalo e l'arrivo delle forze di sicurezza.
La manifestazione sarebbe nata dopo la segnalazione attraverso canali Telegram dell'arrivo di voli da Israele. I manifestanti sono riusciti ad arrivare alla pista e a circondare l'aereo, e uno di loro è salito persino su un'ala del veivolo e ha cercato di entrare nell'abitacolo. I manifestanti hanno anche cercato di bloccare i passeggeri che entravano e uscivano nello scalo aereo, pretendendo di controllare i loro passaporti. Secondo i media russi, urlavano slogan antisemiti. Dopo la mezzanotte, solo sparuti gruppi di manifestanti erano ancora all'interno dell'aeroporto e la polizia lavorava ancora perché tornassero alle loro abitazioni.
Il Ministero dell'Interno del Daghestan ha aperto un fascicolo penale per organizzazione di disordini di massa. E il governatore della repubblica russa, Sergue'i Melikov, su Telegram ha scritto: "Le azioni di coloro che oggi si sono riuniti all'aeroporto di Majachkalà sono una grave violazione di legge".
La commissaria russa per i Diritti umani, Tatiana Moskalkova, ha sottolineato che "gli eventi all'aeroporto hanno chiaramente lo scopo di incitare all'odio etnico e possono portare a gravi violazioni dei diritti umani. L'obiettivo è destabilizzare la pace civile in Russia. In questi tempi difficili, invito i cittadini del Daghestan a non soccombere alle provocazioni e a seguire rigorosamente le leggi e gli appelli dell'autorità della Repubblica". La Casa Bianca ha condannato "con vigore" le proteste antisemite.
L'assalto da parte di manifestanti 'a caccia di ebrei' è "in gran parte il risultato di interferenze esterne", ha detto il Cremlino. Il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov non ha specificato l'origine di questa presunta "interferenza", ma il leader del Daghestan Sergei Melikov aveva già sostenuto che questi disordini erano stati organizzati dagli ucraini, senza tuttavia fornire prove. Stasera il presidente Vladimir Putin terrà un incontro "per discutere dei tentativi occidentali di utilizzare gli eventi in Medio Oriente per dividere la società russa", ha aggiunto Peskov.