AGI - Puntare sulle preoccupazioni, sulla questione migratoria e sulla sicurezza ha funzionato: l'Unione democratica di centro, il partito di destra che in Svizzera è il più votato da oltre 20 anni, ha vinto le elezioni dopo una campagna elettorale tutta concentrata sui temi della sicurezza, in un contesto segnato dal nuovo allarme terrorismo in Europa e dall'insorgere del conflitto mediorientale.
Le successive proiezioni dell'istituto gfs.bern, mano a mano più precise con il procedere dello spoglio dei voti, confermano la prima impressione. L'Udc avrebbe guadagnato rispetto alle elezioni di 4 anni fa e avrebbe ottenuto quasi il 29% dei consensi; al secondo posto, il Partito socialista sarebbe attorno al 17,5%, mentre al terzo a pari merito ci sarebbero Centro e Liberali-radicali con il 14,6% ciascuno. Netto calo per i Verdi, che nel 2019 avevano registrato un grande successo mentre oggi si fermerebbero poco sopra il 9% e i verdi-liberali avrebbero circa il 7%. Gli svizzeri votano soprattutto per corrispondenza ed erano chiamati a rinnovare il Consiglio nazionale, la Camera, composto di 200 deputati.
Quanto al Consiglio degli Stati, per conoscere il risultato del rinnovo dei 46 senatori occorrerà attendere il secondo turno nei vari cantoni. L'UDC ha fatto campagna elettorale a sostegno della neutralità svizzera, criticando la scelta di Berna di allinearsi all'Ue nelle sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina. Ma il partito ha soprattutto insistito nel suo cavallo di battaglia elettorale, la lotta all'immigrazione id massa, che accusa di essere all'origine della criminalità e dell'aumento dei costi sociali.
"Abbiamo ricevuto un mandato molto chiaro dagli elettori - ha commentato il presidente del partito Mario Chiesa - mettere sul tavolo temi importanti come l'immigrazione illegale e la sicurezza delle forniture energetiche".