AGI - La strage all'ospedale di Gaza ha scatenato la rabbiosa protesta popolare contro Israele, gli Usa e loro rappresentanze diplomatiche in tutto il Medio Oriente. In diverse città del mondo arabo, ma non solo, ci sono stati assalti alle sedi diplomatiche statunitensi e israeliane.
In coincidenza con l'arrivo del presidente Usa, Joe Biden, nella regione, le milizie sciite libanesi di Hezbollah hanno indetto per oggi una 'giornata della rabbia'; e dopo l'appello, centinaia di manifestanti si sono scontrati con le forze di sicurezza libanesi fuori dall'ambasciata americana, nel sobborgo di Awkar, alle porte di Beirut, dove i manifestanti hanno lanciato pietre e incendiato un edificio vicino.
Gli Usa hanno adesso raccomandato ai propri cittadini di non recarsi nel Paese e autorizzato la partenza di parte del personale diplomatico non necessario e dei familiari. Centinaia di persone si sono radunate anche davanti all'ambasciata francese a Beirut, sventolando bandiere di Hezbollah e lanciando pietre contro l'ingresso principale dell'ambasciata.
Manifestazioni imponenti anche a Istanbul, dove una folla che portava bandiere e striscioni filo-palestinesi si è radunata davanti al consolato israeliano ed è poi entrata nelle strutture dopo aver sfondato una barricata della polizia. Vi sono state marce anche presso la delegazione diplomatica americana in Iraq, presso quella di Israele in Giordania, quella della Francia in Iran e presso quella del Regno Unito nello stesso Paese.
Migliaia di palestinesi sono scesi nelle strade di diverse città della Cisgiordania, a Nablus, Ramallah, Tubas, Qalqilya, Hebron e Tulkarem. In Giordania, ad Amman, i manifestanti si sono radunati davanti alla moschea di Re Abdullah per esprimere solidarietà ai palestinesi.
Manifestazioni anti-Usa e anti-israeliane anche a Teheran. In Libia, diverse centinaia di persone hanno protestato a Tripoli e in altre città. A Tripoli, centinaia di manifestanti di tutte le età, issando bandiere palestinesi e alcuni con il volto coperto dalle kefiah palestinesi, hanno attraversato le strade del centro città prima di convergere in Piazza dei Martiri: scandivano slogan di sostegno agli abitanti di Gaza e hanno denunciato l'attacco del "nemico sionista".
"Diamo il nostro sangue e le nostre anime per Gaza", hanno scandito nella capitale libica e anche a Misurata, in Tripolitania. Proteste anche nella città yemenita di Taz e a Rabat, capitale marocchina.
Il Papa: fare il possibile per evitare la catastrofe umanitaria a Gaza
"Anche oggi cari fratelli e sorelle il pensiero va in Palestina, in Israele. Le vittime aumentano e la situazione a Gaza è disperata. Si faccia per favore tutto il possibile per evitare una catastrofe umanitaria". Così Papa Francesco al termine dell'Udienza Generale. "Inquieta il possibile allargamento del conflitto mentre nel mondo tanti fronti bellici sono già aperti. Tacciano le armi, si ascolti il grido di pace dei poveri, della gente, dei bambini", ha aggiunto il Pontefice.
"La guerra - ha avvertito Bergolgio - non risolve alcun problema. Semina solo morte e distruzione. Aumenta l'odio, moltiplica la vendetta. La guerra cancella il futuro, cancella il futuro..."