AGI - Scambi di informazioni, armonizzare a livello internazionale i reati contro i trafficanti di esseri umani, un'azione comune per la protezione delle frontiere, un maggiore coinvolgimento dell'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati oltre allo sviluppo di partenariati per incentivare, nei Paesi di origine, programmi di sviluppo e incidere, così, sulle cause delle migrazioni: sono alcune misure del 'Patto in otto punti promosso da Meloni e da Sunak - definito ieri a Granada nel corso del vertice della Comunità politica europea - per combattere l'immigrazione illegale.
Ecco, in sintesi, gli otto punti condivisi dai governi di Italia, Gran Bretagna, Francia, Albania, Paesi Bassi e dalla Commissione europea. Primo: intraprendere azioni decise, insieme ai paesi partner, per contrastare il traffico di migranti con un'azione congiunta - anche attraverso lo scambio di informazioni - mirata a chiudere le catene di approvvigionamento dei trafficanti di esseri umani.
Secondo, aggiornare il quadro giuridico per rafforzare la lotta contro i trafficanti di esseri umani, garantendo l'armonizzazione dei reati penali e collaborando a livello delle Nazioni Unite con l'Unodc.
Il terzo punto dell'accordo consiste nello sviluppare partenariati globali con i Paesi di origine per affrontare le cause profonde della migrazione e sostenere lo sviluppo sostenibile attraverso azioni di istruzione, creazione di posti di lavoro e adattamento climatico.
Quarto, sostenere i paesi partner nel rafforzare la protezione delle frontiere per prevenire attraversamenti non autorizzati, nonchè le capacità di ricerca e salvataggio, attraverso il dispiegamento di personale, attrezzature e altro materiale.
Quinto, sostenere i paesi partner, anche attraverso l'Unhcr e l'Oim, fornendo adeguati livelli di finanziamento per garantire una risposta adeguata ai movimenti misti garantendo protezione e migliorando il ritorno volontario assistito e la reintegrazione.
Sesto, rafforzare la cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione sostenendosi a vicenda attraverso una rete di ufficiali di collegamento nei paesi partner, la condivisione di competenze e operazioni di sensibilizzazione.
Settimo, fornire opportunità di ammissione umanitaria e reinsediamento a coloro che hanno diritto alla protezione e altri percorsi legali in linea con i rispettivi ordinamenti giuridici.
Ottavo - e ultimo punto - rafforzare la cooperazione sulla politica dei visti e riconoscere l'importanza di un sistema di visti efficaci nel controllare la migrazione irregolare e garantire la cooperazione sulle riammissioni.